TERAMO – Il Ruzzo stana ben 11 mila evasori. Un’operazione di ricognizione e accertamento mai condotta prima in maniera così massiccia, che ha allarmato l’associazione Robin Hood. «C’è da premettere – afferma il presidente Pasquale Di Ferdinando – che abbiamo riscontrato una grande apertura e collaborazione da parte della Ruzzo Reti, e, in particolare del vicepresidente Carlo Ciapanna, con cui ho avuto un incontro nei giorni scorsi». Lo scopo dell’operazione condotta dal Ruzzo è quello di recuperare un’evasione che si aggira sui 9 milioni di euro. «E’ giusto – continua Di Ferdinando – che chi ha un debito lo paghi, anche perché in caso contrario a rimetterci sarebbero tutti i contribuenti onesti, ma, allo stesso tempo, ci siamo preoccupati di segnalare alcune casistiche che vanno considerate e alcune categorie che vanno tutelate». In sostanza l’associazione, anche in base alle tante segnalazioni arrivate dagli utenti, ha rilevato 4 problematiche, oggetto di contenziosi già aperti o che verranno avviati. La prima riguarda i contatori condominiali: forse non molti sanno che, fino a febbraio di quest’anno, esisteva una tariffazione differenziata tra i contatori dei condomini e quelli del singolo utente, in pratica i contatori principali venivano tassati come se si trattasse di utenze commerciali e non domestiche, con costi molto maggiori. Un problema che è stato risolto, appunto, a febbraio, con l’omologazione delle tariffe, anche se resta il problema del pregresso. «Su questo – spiega Di Ferdinando – ci siamo accordati con il Ruzzo per ottenere degli sgravi caso per caso». Un altro dubbio avanzato dall’associazione riguarda la prescrizione di 5 anni: in questo caso Ciapanna ha chiarito che gli avvisi di pagamento partono già dal 2007, e quindi la prescrizione è stata rispettata. Un altro caso segnalato riguarda le prime case: molti utenti non hanno infatti comunicato al Ruzzo di essere residenti nell’abitazione e, quindi, stanno ricevendo bollette maggiorate come se si trattasse di seconda casa. «Gli sgravi – commenta Di Ferdinando – partono, anche in questi casi, dagli ultimi 5 anni». Infine l’associazione è riuscita anche a far valere il principio secondo cui, anche a fronte di una rottura della condotta e della mancata erogazione dell’acqua, la parte della bolletta relativa alla depurazione (circa il 50%) non va pagata. «Siamo soddisfatti – conclude Di Ferdinando – dei risultati raggiunti, il recupero del sommerso serve ad evitare aumenti per il futuro». Cosa dovranno fare gli 11 mila utenti che hanno ricevuto gli avvisi di pagamento? «Hanno 20 giorni pe recarsi nei nostri uffici – dice Ciapanna – segnalare eventuali problemi, e procedere al pagamento degli arretrati. Per le persone più in difficoltà le bollette saranno rateizzate. Poi seguirà la fase per noi più odiosa ma necessaria: il distacco delle utenze».
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