TERAMO – «Ho una seconda casa ereditata e tre figli disoccupati: non ce la faccio a pagare 1600 euro di Imu». Queste le prime parole che la signora teramana, incatenata da stamattina alla fontana dei Due leoni di piazza Orsini, ha rivolto al sindaco Maurizio Brucchi. La signora si è rivolta al sindaco chiedendo il perché della sua scelta, ossia tassare al massimo (10,6 per mille) le seconde abitazioni. «Purtroppo – ha risposto Brucchi – siamo stati costretti ad applicare l’aliquota più alta sulla seconda casa, per evitare tagli ai servizi e al sociale, ci siamo basati sull’idea che chi possiede anche una seconda abitazione potesse avere maggiori risorse a disposizione. Mi rendo conto che ci sono delle evidenti eccezioni, come questa, ma, purtroppo, non si tratta di una legge che ho fatto io né che condivido: gli introiti dell’Imu non vanno neanche tutti nelle casse del Comune, oltre 7 milioni di euro vanno allo Stato». La clamorosa protesta ha attirato anche la curiosità di molti passanti, che hanno approfittato per rivolgere domande e polemiche nei confronti del sindaco. Un cittadino ha chiesto al sindaco quanto guadagnasse, sottolineando che i politici sono quelli che risentono meno della crisi in atto. «E’ facile prendersela con chi amministra e sta in prima linea – ha detto Brucchi – venga lei al mio posto, io sono al fianco dei cittadini, quando si parla di stipendi, come quello da medico, nessuno riflette sul fatto che ho studiato anni e che ho fatto sacrifici per arrivare dove sono. Potrei anche rinunciare all’indennità da sindaco, ma sarebbe una goccia nel mare, perché non ve la prendete con i 937 parlamentari e con chi, come Monti, guadagna 35 mila euro al mese? Temo sinceramente che questo vento di antipolitica porterà a sedere sulla mia poltrona qualcuno che non ha niente da perdere».