TERAMO – L’associazione politico–culturale “Teramo 3.0” lancia un appello ai cittadini chiedendo di prendere posizione affinchè l’Università di Teramo torni al centro della città. Per farlo è stata presentata oggi una raccolta firme a supporto di un progetto di ricollocazione dell’ateneo che passi attraverso un project financing finalizzato a trasferire l’università all’interno dei locali del manicomio offrendo in cambio ai privati gli edifici di Coste S. Agostino. Da qui lo slogan coniato a sostegno di questa proposta: "Matti per l’università". Preoccupati si sono dichiarati a questo proposito i promotori dell’associazione, Cristian Francia e Giorgio Giannella, per la convergenza sulla candidatura a rettore di Luciano D’Amico, preside della Facoltà di Scienze della Comunicazione. “Appare singolare che non ci siano proposte alternative per rilanciare un ateneo al collasso e ci lasciano sbigottiti i punti programmatici illustrati dal candidato rettore. La dotazione di un tablet alle matricole e la proposta dell’apertura prolungata della biblioteca hanno il sapore di un marketing che non ha nulla a che vedere con un’azione di contrasto seria all’impoverimento della città e dell’ateneo. Il futuro rettore – spiegano Giannella e Francia – deve partire da un analisi di ciò che non è stato fatto, deve partire dalla dimensione dello studente per cucirgli addosso servizi e integrarlo al contesto urbano. A cosa serve prolungare l’orario di una biblioteca in quartiere dormitorio scollegato dalla città? Perché D’Amico rifiuta l’ipotesi di una federazione che gioverebbe soltanto a un ateneo piccolo come il nostro. Quali sono le prospettive delle facoltà delle sedi distaccate di Mosciano, Giulianova e Atri?”. I promotori di “Teramo 3.0” chiedono risposte alle istituzioni e intanto attivano una raccolta firme “dal basso” per porre l’università al centro del dibattito pubblico, intanto però un quesito lo rivolgono anche al governatore Gianni Chiodi: «Come mai la regione ha stanziato 900mila euro alla Luiss Management per progetti di ricerca in Abruzzo? Non era preferibile affidare queste somme agli atenei abruzzesi? Al di là degli slogan, il timore è che ci sia una regia precisa da parte delle istituzioni volta a consegnare l’ateneo ai privati e all’ingresso di Confindustria. Per evitarlo serve una terapia d’urto diversa: l’ateneo propone una sola candidatura per il rettore, noi interpelliamo i cittadini”.
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