TERAMO – Domattina la giunta regionale abruzzese guidata da Gianni Chiodi affronterà il caso Varrassi. Sul tavolo dell’esecutivo regionale ci sono la relazione della direzione sanitaria regionale, il parere legale esterno e le controdeduzioni che il direttore generale della Asl di Teramo ha proposto. Si tratta dell’atto finale (forse) del procedimento per la rescissione del contratto, avviata dallo stesso governatore Chiodi un mese fa. Varrassi, che era stato promosso nella valutazione di metà mandato, è stato sottoposto a procedimento secondo quanto previsto dal suo contratto, al fine di valutare se la condotta nel ruolo di amministratore pubblico della sanità teramana sia stata conforme ai principi di legge. Tre i fatti che sono sotto la lente di ingrandimento e che la giunta contesta al manager aquilano: il caso Robimarga, l’utilizzo dell’auto di servizio riservata al manager nello svolgimento delle sue funzioni, l’apertura del centro di fecondazione assistita senza la prevista autorizzazione regionale propedeutica all’iscrizione nel registro dell’Istituto superiore di sanità. Una decisione difficile, quella della giunta, che al momento non è possibile prevedere. Se la scelta di rimuovere dall’incarico fosse quella con maggiori probabilità fino a qualche settimana fa, nelle ultime ore sarebbe l’indecisione a regnare. Secondo voci non confermate, infatti, se il parere tecnico degli uffici della direzione regionale sembrerebbe sostenere la violazione delle norme contrattuali, il parere legale non sarebbe tanto chiaro da esscludere un diritto di rivalsa successivo del direttore generale in caso di contenzioso giuridico. C’è poi l’aspetto politico: il governatore Chiodi aveva fatto intendere chiaramente che, qualora i tecnici avessero ravvisato violazione soprattutto sotto il profilo della gestione professionale della sanità, Varrassi non avrebbe avuto scampo. Ma il presidente della Regione ha da raccogliere attorno a sè il consenso della maggioranza degli assessori della sua giunta. E non è cosa del tutto semplice. Non è escluso che, salomonicamente ma con il solo effetto di allungare l’agonia, la giunta decida domani di rinviare l’argomento, richiedendo un secondo parere legale esterno sulla vicenda.
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