TERAMO – «L’operato della Giunta Brucchi? Un fallimento politico e amministrativo». Nel controbilancio di fine anno l’opposizione al completo fa il punto, attraverso uno schema realizzato dal consigliere del Pd Maurizio Verna delle opere annunciate e mai realizzate. «Della variante nord – spiega Verna –, annunciata a fine 2010, ancora non si vede traccia, così come lo svincolo di Cartecchio, quello della Gammarana, che è bloccato, il Polo scolastico, che è stato accantonato, i nuovi ponticelli sul lungofiume Tordino, la pista ciclopedonale Teramo-San Nicolò, le telecamere in centro storico al posto dei varchi, la stazione ferroviaria di Piano D’Accio, la fiducia a Giovanni Luzii e la tassa sui passi carrabili, sui cui poi sono tornati indietro». Nell’elenco, presentato stamattina durante una conferenza stampa, figurano anche le opere annunciate nel 2011, tra cui c’è il nuovo teatro, insieme alla scuola di Villa Vomano, le rotonde al posto dei semafori, la riqualificazione del centro storico,il nuovo Izs, il tram treno e l’Ipogeo. «In sostanza – aggiunge Verna – nei 9 anni di governo della Giunta Chiodi-Brucchi si sono conclusi solo il primo tratto del Lotto zero, il centro commerciale e il parcheggio di piazza Dante: opere realizzate da altri soggetti, non dall’amministrazione comunale». Secondo il capogruppo del Pd Giovanni Cavallari, la Giunta Brucchi si è distinta «solo per annunci e conferenze stampa, dietro cui si è celato solo il vuoto cosmico: in quattro anni nulla di quanto annunciato è stato portato a termine». Cavallari si sofferma anche sulla questione delle tasse locali. «Brucchi nel suo programma elettorale aveva detto a chiare lettere che non avrebbe aumentato la pressione fiscale, ma è stato smentito dai fatti. Adesso annuncia di non voler aumentare le tasse per il 2013, dobbiamo credergli? In ogni caso, anche per quanto riguarda la Tares, la nuova tassa sui rifiuti, i teramani sono già stati tartassati con l’arrivo della Tia». Per il consigliere Gianguido D’Alberto, Brucchi è «incredibile», nel senso letterale del termine, quando chiede a tutti di fare sacrifici dettati dalla spending review e poi «si rifiuta di ridurre il numero dei componenti della Giunta, che sono 10: ogni assessore costa 60 mila euro lordi l’anno, e, in più, ci sono delle deleghe che sono quasi un doppione. Il numero degli assessori potrebbe tranquillamente passare a 8 o a 6». Alberto Melarangelo chiede che per la riqualificazione del centro storico si faccia ricorso all’Urbanistica partecipata, e di «fermare il degrado che c’è in molte zone della città, da via Paris alla Villa Comunale, per non parlare dell’abbandono dell’ex ospedaletto e del Castello della Monica». Critico anche Sandro Santacroce (Prc) che sottolinea «l’incapacità di programmazione ma anche di gestione: casi eclatanti sono quello della rotonda di via Po, dove esisteva già un progetto definitivo diverso da quello poi attuato, stesso discorso per lo svincolo della Gammarana, viene il sospetto che si sia voluto concedere delle prebende a qualcuno, e viene da chiedersi quale sia la differenza dei costi». Polemiche anche dall’Idv: il capogruppo Siriano Cordoni sottolinea la «mancanza di un piano strategico per la città» mentre Valdo Di Bonaventura ricorda i progetti per via Piave e Colleatterrato Basso che «restano ancora fermi». Tra le “incompiute” secondo Anna Marcozzi (Pd) c’è anche la Commissione Pari opportunità, più volte richiesta ma mai attuata.
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