TERAMO – Fiducia in calo per due terzi dei sindaci italiani. E’ questo il dato che emerge dalla classifica “Governance poll 2012” pubblicata oggi da “Il Sole 24 ore”, che misura il grado di consenso mantenuto dai sindaci nel corso del governo della propria città. Un trend da cui non si discosta il sindaco Maurizo Brucchi, che perde consensi sia rispetto al giorno dell’elezione che alla classifica dello scorso anno. Brucchi si trova infatti all’ 83° posto su 101, ultimo in Abruzzo, insieme al primo cittadino di Pescara Luigi Albore Mascia. Brucchi, con il 48% dei consensi, (la domanda specifica a cui hanno risposto gli intervistati è stata: «Se domani ci fossero le elezioni comunali, lei voterebbe a favore o contro l’attuale sindaco?») perde 9,1 punti percentuali rispetto la giorno delle elezioni (era al 57,1%) e 8 punti rispetto alla classifica dello scorso anno. Una posizione difficile, per il sindaco, che, al quarto anno del suo mandato, e prossimo alla ricandidatura, deve fare i conti con una performance negativa: nel 2011 aveva infatti incassato un 29° posto nella stesa graduatoria con il 56% dei consensi, facendo un balzo in avanti rispetto al 2010. In Abruzzo cala anche il consenso verso il sindaco di Chieti, Umberto Di Primio, che dal 22° posto arriva al 37°, buona invece la performance del sindaco dell’Aquila Massimo Cialente, l’unico che, rispetto al 2011, vede aumentare dell’1,5% il consenso, piazzandosi al 24° posto.
CHIODI SOTTO LA SOGLIA DEL 50% – Va male anche per il Governatore Gianni Chiodi, che si piazza sotto la soglia critica del 50%, insieme ai presidenti delle Regioni Calabria, Friuli, Piemonte e Sardegna, tutti di centrodestra. Chiodi è penultimo nella classifica stilata, al 13° posto subito prima del Governatore della Sardegna Ugo Cappellacci (bisogna specificare che Trentino Alto Adige e Valle D’Aosta non sono stati presi in considerazione perché non c’è l’elezione diretta del presidente di Regione, così come Lazio e Lombardia sono stati esclusi perché i presidenti sono dimissionari, mentre nel caso del Molise le elezioni regionali del 2011 sono state annullate. La Sicilia, infine, non è stata presa in considerazione perché al momento della rilevazione il presidente era stato eletto da poco). Chiodi ottiene il 45% dei consensi, ossia degli elettori disposti ancora a votarlo, il 3,8% in meno rispetto al giorno delle elezioni e l’1% in meno rispetto allo scorso anno, una performance definita «modesta» da “Il Sole 24 ore”. Entrambi i sondaggi sono stati effettuati tramite interviste nel periodo tra il 15 settembre e il 15 dicembre 2012, la somministrazione dei questionari è avvenuta tramite interviste con sistemi misti: telefoniche con l’ausilio del sistema Cati, telematiche, tramite il sistema Cawi e con il sistema Tempo Reale.
PAOLUCCI (PD): «FALLITO IL MODELLO CHIODI» – L’Abruzzo non è mai stato così in basso, e gli amministratori locali di questa regione si portano tutto il peso delle loro responsabilità. Il fatto che Chiodi sia in fondo alla classifica del gradimento dei presidenti di Regione, penultimo in tutta Italia e in calo ulteriore nell’ultimo anno, dimostra come l’esperienza di questo Pdl sia diventata ormai ostile agli abruzzesi». Lo afferma il segretario regionale del Pd Silvio Paolucci commentando il Governance Poll 2012 pubblicato stamani dal Sole 24 Ore, che vede Gianni Chiodi penultimo nella graduatoria della popolarità dei presidenti di Regione. «La disfatta del Pdl si traduce anche nel crollo dei sindaci abruzzesi – sottolinea Paolucci – con Di Primio che perde 2 punti in un anno e Albore Mascia stabilmente in fondo alla classifica. Il fallimento del modello Chiodi si evidenzia in maniera netta con il crollo della popolarità del sindaco di Teramo Brucchi, che perde addirittura 8 punti in 12 mesi. L’unico sindaco abruzzese che nel 2012 è cresciuto – sottolinea Paolucci – è il nostro Massimo Cialente: segno evidente che l’antipolitica non colpisce tutti indistintamente, che i cittadini comprendono le differenze e che premiano la buona amministrazione di chi, come Cialente, si trova in trincea. Non è un caso che sia la classifica dei sindaci che quella dei presidenti di Regione siano guidate da esponenti del Pd: lavoriamo perché queste buone prassi, l’esperienza, l’innovazione e la capacità delle amministrazioni democratiche siano la base di partenza per la ricostruzione dell’Italia con Bersani».