TERAMO – «E’ la vendetta dello Stato contro chi ha il coraggio di alzare la testa». E’ senza mezzi termini il sostegno al "fratello Davide" che i giovani di Azione Antifascista – cui fanno eco quelli di Cau Stella Rossa e del Laboratorio Politico Gagarini 61 – tributano a Rosci e agli altri 4 teramani condannati per l’assalto al blindato dei carabinieri di Roma il 15 ottobre scorso. Un coro unanime, il loro: «Condanna spropositata e iniqua – afferma Ignazio Tancredi di Azione Antifascista -, rispetto agli elementi con cui sono stati condannati Davide e gli altri nostri amici. Non ci sono foto che li ritraggono nell’attaccare il blindato, soltanto foto senza significato probatorio che dimostrano soltanto la loro presenza a piazza San Giovanni: e chi lo ha mai negato di esserci stato? Ma altra cosa è condannare dei giovani a sei anni di reclusione, decidere della loro vita basandosi su accuse generiche in un contesto generale». Che siano stati condannati per «essere stati presenti a Piazza San Giovanni» è una convinzione che i giovani antifascisti sottolineano con forza: «Confidiamo in un clima diverso in appello – ha aggiunto Tancredi -, e che si possa discutere su argomenti concreti, sulla base delle prove». Oltre alla solidarietà c’è anche la preoccupazione per quello che Rosci ha promesso: «Condividiamo lo sciopero della fame di Davide ma siamo preoccupati perchè conoscendolo, sappiamo che è abituato ad andare fino in fondo nelle sue decisioni». Stessa posizione esprime Andre Core, di Cau Stella Rossa: «Solidarietà ai ragazzi che sono vittima di un processo mediatico, deciso a monte, presi come capro espiatorio di una situazione difficile da gestire come quella accaduta a Piazza San Giovanni: Davide ha la nostra vicinanza ma siamo preoccupati per il rischio che corre. Saremo vicini a tutte le iniziative di Azione Antifascista, non ci tireremo indietro fino alla sua scarcerazione». E’ stato facile pasare dagli scontri di Roma e la condanna dei cinque al clima teramano, soprattutto alla vigilia del processo che si aprirà in tribunale a Teramo per la cosiddetta indagine sugli scontri politici tra "rossi e neri" in città: «Il clima che si respira a Teramo è diventato insopportabile – aggiunge Tancredi -. l processo che undici di noi sosterrà domani è lo specchio di questo clima repressivo. Certo noi non riteniamo di essere dei santi, ci assumiamo le nostre responsabilità ma facciamo politica ma siamo sempre nell’occhio del ciclone perchè viviamo in uno stato di polizia, oserei dire quasi che siamo perseguitati. Ci sono dirigenti di questura che hanno fatto carriera e ottenuto premi su di noi…» Tancredi approfitta per una stoccata… in casa propria. E’ va diretto al cuore dei rappresentanti dell’Anpi di Teramo, al segretario De Berardinis e ad Antonio Topitti: «Tra i tantissimi attestati di solidarietà che hanno raggiunto Davide – commenta il rappresentante di Azione Antifascista – ci ha fatto particolarmente piacere quello dell’Anpi di Pescara, sempre presente dove ci sono da difendere i valori dell’antifascismo. Quelli di Teramo non hanno invece perso occasione per dimostrarsi per come sono, sempre assenti e stavolta stranamente presenti: è comprensibile se qualcuno non vuole testimoniare presenza ma allora non ti fai sentire, cosa diversa è dissociarsi ufficialmente dall’Anpi di Pescara. Noi abbiamo uno stile diverso ma adesso la misura è colma con loro».
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