TERAMO – Sfidano da stanotte il freddo e affrontano con coraggio gli sguardi curiosi dei mille passanti che guadano quel corridoio della sofferenza, nell’atrio dell’ospedale Mazzini. Giancarlo Falconi fa il blogger, Emanuele Pompilii, Sergio D’Ascenzo, Giuseppe De Zolt, Graziella Cordone fanno gli infermieri, Sonia Di Giuseppe fa l’infermiera e ha il cancro: chi la racconta, chi la vede ogni giorno, chi la combatte la sofferenza e la malattia. E la rispettano, come rispettano chi la soffre. Non la canzonano, non ne fanno oggetto di derisione, non la portano in tv per ‘vendere’ batture sarcastiche o per ricomprare una verginità ormai da tempo persa. Loro usano il proprio senso civico per sbattere sul muso a noi tutti che vivere una malattia oncologica non significa aver perso il treno della vita ed essere abbandonati alla maleficità della selezione naturale. Da stanotte non mangiano e non bevono e hanno aperto la discussione: qualcosa deve cambiare nel reparto di Oncologia a Teramo. A cominciare dalla carenza di personale, per continuare con la mancata attivazione della stanza Ufa – 200mila euro fermi non si sa perchè -, con la mancata istituzione del Polo oncologico, oltre le recenti promesse di investimento che, nella migliore delle ipotesi, datano fine 2013. Con Falconi e gli infermieri del Nursind, ci sono anche il sostegno dell’Associazione dei consumatori Robin Hood e di tante altre forze sociali e civili. Se n’è parlato molto in questi ultimi mesi e la Asl ha creduto a una sorta di ‘normale’ antagonismo tra le parti, quasi fisiologico nella gestione della sanità pubblica, dove al non fare si oppone la protesta: adesso è qualcosa di più, adesso il popolo sta prendendo coscienza, l’occhio pubblico si è illuminato e il manager Varrassi è chiamato a qualcosa di più concreto delle battute televisive. Questa mattina il servizio di vigilanza ha tentato di… rimuovere il comitato di protesta che attua lo sciopero della fame, ma ha dovuto desistere. Si è anche affacciato un drappello politico composto dai ‘dipietristi’ dell’Idv,Alfonso Mascitelli, senatore, e Cecè D’Alessandro, vicecapogruppo regionale, e il segretario provinciale del Pd, Robert Verrocchio che hanno toccato con mano la situazione del reparto. Lo stesso primario, Pancotti, ha incontrato i sei ma poi ha dovuto lasciare di corsa l’incontro e tornare in reparto. Perchè? Perchè c’era un solo medico per 27 pazienti e una fila di 20. Pazienti come tutti, ma soprattutto pazienti che combattono il cancro e lottano per la vita.
Il Pd regionale: «Subito una soluzione». «E’ forse il primo caso in Italia in cui i malati di un intero reparto devono inscenare lo sciopero della fame per ottenere i propri diritti sanciti dalla Costituzione». Secondo i consiglieri regionali del Pd, Claudio Ruffini, Camillo D’Alessandro e Peppino Di Luca, «tutto questo accade nella regione Abruzzo di Chiodi e Varrassi, entrambi colpevoli dello sfascio della sanità abruzzese e teramana». «Esprimiamo innanziutti la nostra solidarietà e vicinanza ai pazienti del reparto di oncologia di Teramo, così come ai medici ed agli infermieri che li assistono ed anche al blogger Giancarlo Falconi e tutti gli altri che stanno conducendo questa battaglia di civiltà – dicoo i consiglieri Pd -. Chiodi non tradisce il suo “mutismo” mentre Varrassi non perde l’occasione per parlare troppo ed a sproposito. Abbiamo scritto una lettera al Presidente della Commissione Sanità, Nicoletta Verì, per chiederle di convocare subito Varrassi entro martedì 22 gennaio prossimo, dal quale vogliamo sapere cosa intende fare per dare delle risposte nell’immediato alle richieste che arrivano dai pazienti e dai medici di oncologia». «Se a queste nostre richieste non otterremo una risposta decisa e convincente di Varrassi – aggiungono i consiglieri Pd – siamo pronti a dare battaglia nel prossimo Consiglio regionale, dove chiederemo a tutti i capigruppo consiliari di condividere una risoluzione urgente perchè Chiodi assuma degli precisi impegni sul reparto oncologico di Teramo. Informeremo inoltre di questa vicenda la Commissione Parlamentare d’inchiesta sull’efficacia e l’efficienza del Servizio Sanitario Nazionale presieduta dal Senatore Ignazio Marino ed il Tribunale per i Diritti del Malato».