TERAMO – Un’indagine ispettiva "per acquisire tutte le necessarie informazioni" sul reparto di Oncologia dell’ospedale di Teramo, è stata disposta dal presidente della Regione Gianni Chiodi a seguito delle proteste in atto da parte di un gruppo di sindacalisti e utenti. "Ho dato mandato al servizio ispettivo dell’assessorato alle Politiche della salute – ha specificato il Presidente – di acquisire tutti gli elementi per valutare se il Dipartimento di Oncologia riesce a garantire un servizio sanitario secondo gli standard qualitativi del ministero della Salute; oppure verificare, in caso contrario, se tutto ciò è frutto di strumentalizzazioni di vario genere". intanto sulla vicenda ha preso posizione oggi anche Anna Paola Concia, deputata del Partito Democratico e membro della Comissione Giustizia della Camera dei Deputati. "La situazione in cui versa l’oncologia teramana – si legge in una nota diffusa dall’onorevole – è talmente grave da aver costretto alcuni pazienti, infermieri e medici allo sciopero della fame: una situazione indegna per un paese civile, che va contro i principi fondanti della nostra Repubblica. Tra tutti i problemi, sicuramente spicca la scarsità di personale e l’inefficienza organizzativa che ha un grande impatto sulla qualità dei servizi e delle cure e dimostra una scarsa attenzione nei confronti dei malati e delle loro esigenze. Mi chiedo perché l’Asl della provincia di Teramo sia l’unico dell’Abruzzo in cui ancora non è stato formalizzato il polo-oncologico?". "Non voglio neanche citare le imbarazzanti esternazioni di importanti dirigenti dell’Asl teramana – conclude la Concia – secondo i quali i reparti oncologia non devono avere posti letto poiché i malati oncologici dovrebbero andare a morire direttamente negli " hospice"; frasi talmente indegne e offensive nei confronti dei pazienti e del personale medico da non meritare alcun commento. Quello che però chiedo alle istituzioni è che non si abbandoni così un reparto che è fondamentale per il territorio e per tutti i cittadini della provincia che giustamente vogliono vedere garantiti i propri diritti".