TERAMO – Teatro romano: è terminata la fase di rimozione delle pietre che si trovavano a ridosso della recinzione e la carreggiata è stata liberata. I reperti sono stati studiati e catalogati, quelli che non sono di pertinenza del teatro sono stati portati nell’area archeologica ella Cona. «Ci è voluto non poco – commenta l’associazione Teramo Nostra – per convincere Sovrintendenza e Amministrazione comunale a rispettare quei reperti archeologici romani che, necessariamente, devono essere collocati nell’area stessa e ricomporre i 4 fornici scelleratamente abbattuti nel 1960. La "pulizia" di cui si fanno vanto Sovrintendenza e Amministrazione comunale non è completa per noi se rimangono in piedi sulla cavea due elementi spuri che sono palazzo Salvoni e palazzo Adamoli». L’associazione però nutre dei dubbi sulle intenzioni reali dell’amministrazione: «Non è un caso – scrive in una nota – che sia stato disatteso il cronoprogramma che ne prevedeva l’acquisto e l’abbattimento codificato dall’accordo del 28 giugno 2012». L’associazione intanto annuncia un nuovo incontro, il 28 febbraio, a Roma, con il sottosegretario Roberto Cecchi, a cui parteciperanno anche il sovrintendente Fabrizio Magani e il sindaco Maurizio Brucchi «quest’ultimo – conclude l’associazione – chiamato a rispondere in merito alle scadenze circa l’acquisto di casa Salvoni e casa Adamoli».