TERAMO – La Tares, la nuova tariffa sui rifiuti, che è entrata in vigore dal primo gennaio, ci costerà in media dai 30 ai 40 centesimi in più al metro quadro. Le prime bollette arriveranno a luglio, intanto però l’associazione dei consumatori “Robin Hood” tiene a fare chiarezza su alcuni dati che sono stati diffusi nei giorni scorsi da un’altra associazione dei consumatori, Cittadinanzattiva. Una prima, buona notizia, è che Teramo, che applica il regime di Tia, avrà aumenti più contenuti rispetto a tutti gli altri Comuni che invece sono in regime di Tarsu. «Secondo questo studio – afferma Di Ferdinando – Teramo sarebbe il capoluogo in cui si paga di più, nonostante il buon livello di raccolta differenziata, che da noi raggiunge quasi il 65%. A Teramo si pagano 236 euro annui procapite contro i 228 di Chieti, e i 191 di L’Aquila e Pescara. Peccato però che questo studio contenga un errore di fondo, perché i dati non sono affatto confrontabili: non si possono paragonare infatti la Tia, che comprende tutta una serie di servizi, alla Tarsu, che invece non li comprende ma il cui costo ricade comunque sulle tasche dei cittadini». Cosa cambierà invece con la Tares? Il nuovo tributo comunale sui rifiuti e sui servizi comprende sia la tassazione derivante dalla Tia, sia l’aggiunta di una parte dei costi fissi su ogni metro quadro sottoposto a tassazione in più ci sarà una quota relativa ai servizi indivisibili, come, ad esempio, l’illuminazione pubblica, la manutenzione delle strade, il verde pubblico, la polizia locale. Questi ulteriori servizi saranno finanziati con un extra, rispetto alla tariffa applicata al metro quadro, applicata per il tributo, che potrà andare dai 30 ai 40 centesimi al metro quadro.
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