TERAMO – «Vogliamo tutta la verità sul Ruzzo». Si sono incontrati stamattina, nella sala riunioni di via Dati, i 17 sindaci di centrosinistra, che hanno risposto all’appello del primo cittadino di Giulianova Francesco Mastromauro. I sindaci, che sono anche azionisti della società acquedottistica, hanno chiesto al presidente del Ruzzo Scuteri, al Cda, ai revisori e ai dirigenti, una riunione chiarificatrice che si terrà venerdì, alla quale parteciperà una delegazione formata dai primi cittadini di Giulianove, Controguerra, Colledara e Castellalto. «Ci sono dei punti su cui è necessario fare immediata chiarezza – spiega Mastromauro – in primis la questione dei lavoratori (i presunti 80 esuberi, ndr) che secondo noi vanno salvaguardati. In secondo luogo intendiamo avere un quadro chiaro della situazione economica del Ruzzo, che finora abbiamo conosciuto solo dalla stampa e su cui invece vorremmo conoscere i dettagli: a quanto ammontano realmente i debiti e come sono stati realizzati, se si tratta di spese o investimenti, ecc». I sindaci chiederanno anche di sapere a quanto ammontano le somme dovute alle imprese e se ci sono crediti da esigere verso altri Enti. «Un altro tema fondamentale – conclude Mastromauro- è quello dell’emergenza idrica, che colpisce sia la costa che i territori montani e su cui bisogna improntare una riflessione molto seria».
Rifondazione Comunista chiede le dimissioni del presidente e l’azzeramento del Cda
"A Teramo – si legge in una nota diffusa da Mario Ferzetti – continua la mala gestione dell’acquedotto del Ruzzo, una volta fiore all’occhiello della teramanità. Una gestione fallimentare che comunque inizia dal 2006, sino al 2009, per arrivare ai giorni nostri, anni in cui si sono succedute in città amministrazioni di centro destra di Chiodi e di Brucchi. Questi signori componenti di diritto del Consiglio di Amministrazione sono i primi responsabili della situazione e sono a conoscenza dei fatti. Responsabili di una politica che ha portato l’Ente a dichiarare 70 milioni di euro di debito dove solo un terzo delle bollette pagate dai teramani è servito a retribuire 260 dipendenti, con un costo di 12 milioni di euro all’anno dove, tra l’altro, il personale amministrativo supera i fontanieri. Inoltre oggi lo stesso Consorzio denuncia di non avere una pianta organica del pesonale e improvvisamente anche di avere 80 esuberi, ben 80 contratti di lavoro da risolvere a danno di onesti lavoratori. Infine c’è un’altra verità: quella di una lotta tutta interna e di una resa dei conti all’interno del centro destra che produce puntuali danni finanziari ai cittadini che pagano le bollette sempre più pesanti. In conclusione Rifondazione Comunista denunciando all’opinione pubblica questo dissesto, chiede le dimissioni del Presidente e l’azzeramento del C.d.A. della "Ruzzo S.p.a.", nel rifiuto più rigoroso di affermazioni politiche subalterne e deboli di rappresentanti di minoranza dello stesso Cda., tra cui il sndaco Mastromauro".