TERAMO – La Comunità montana della Laga dà il via a un programma sperimentale di inclusione sociale, finalizzato a contrastare la condizione di povertà e disagio sociale dei cittadini residenti nel comprensorio montano e che si concretizza nella concessione di 13 borse lavoro a persone a rischio di esclusione sociale. Le borse lavoro verranno aggiudicate previa procedura pubblica di selezione dei beneficiari (scadenza per la presentazione delle istanze: 31 maggio 2013). Il contributo economico è di 300 euro , per la durata di 3 mesi, prorogabili sulla base sia delle necessità degli stessi, sia delle risorse finanziarie a disposizione dei comuni di ambito. L’iniziativa è stata sollecitata dao sindaci dei comuni di Campli, Civitella del Tronto, Cortino, Rocca S. Maria, Torricella Sicura e Valle Castellana, a contatto con le crescenti difficoltà di alcuni cittadini delle rispettive comunità. “Proprio mentre si assiste ad un progressivo ridimensionamento del welfare – dichiara il Presidente dell’ente, Marco Di Nicola – noi, in controtendenza,sicuri di sapere leggere il diffuso disagio economico ed occupazionale, abbiamo deciso di rinforzare il sistema di contrasto alla povertà”. “Mentre tutti tagliano le risorse al sociale – dichiara Italia Calabrese delegata alle politiche sociali– la comunità montana con fondi propri – ha deciso di dare risposte, seppure parziali, alla crescente povertà e fragilità sociale”. Il comprensorio montano della Laga è certamente uno degli ambiti maggiormente colpiti dalla stagnazione del sistema economico regionale e provinciale. Negli ultimi mesi, i servizi sociali registrano l’emersione di nuovi fenomeni di esclusione, che finiscono per produrre costi umani ed economici elevatissimi. Tra di essi, si registrano decine di famiglie con prole in età minorile sfrattate e prive di dimora, rispetto alle quali gli enti territoriali hanno l’obbligo morale e giuridico di invidiare soluzioni adeguate. “L’attuale sistema di inclusione sociale – conclude il presidente Di Nicola – così come finanziato dal Fondo sociale europeo, non è in grado di rispondere ai bisogni materiali delle persone, come – di contro – avverrebbe con misure ed ammortizzatori diretti, di tipo assistenziale, in grado di sopperire al disagio e ai bisogni immediati”.
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