Alta velocità, Chiodi: «Quattro Italie, disparità inaccettabili»

TERAMO – Uno studio di fattibilita’ per individuare le possibilita’ tecniche per velocizzare la linea ferroviaria lungo la dorsale adriatica ed un patto politico tra Regioni da sottoscrivere a Roma, entro meta’ giugno, presso il Ministero delle Insfrastrutture per sostenere tale studio e creare cosi’ le premesse per la succesiva fase di progettazione dell’infrastruttura vera e propria. "Sul tema dell’Alta velocita’ non c’e’ dubbio che esistano non due ma almeno quattro Italie e questo non e’ accettabile se non nella misura in cui si pensi realmente di colmare il gap infrastrutturale e di prospettive di sviluppo economico con un atto di programmazione ed una visione unitaria che contribuisca a combattere questa grave sperequazione". Non ha usato mezzi termini, questa mattina, a Bari, il presidente della Regione, Gianni Chiodi nel corso del Forum organizzato dal quotidiano "La Gazzetta del Mezzogiorno". Al confronto, al quale hano partecipato anche i presidenti delle Regioni Puglia, Friuli e Molise, Nichi Vendola, Debora Serracchiani e Paolo di Laura Frattura sono intervenuti l’amministratore delegato di Ferrovie dello Stato, Mauro Moretti, e quello di NTV, Giuseppe Sciarrone. "Noi Regioni del versante adriatico – ha proseguito Chiodi – abbiamo il dovere di cogliere l’occasione storica di stringere una fortissima alleanza e di sviluppare una importante azione politica che favorisca investimenti anche sulla direttrice ferroviaria adriatica. I benefici non si vedranno a breve ma non dobbiamo commettere l’errore di farci prendere dalla maledizione del mandato elettorale come e’ accaduto a molte delle classi dirigenti politiche che ci hanno preceduto. Del resto, – ha proseguito il Presidente – i tecnici della sopravvivenza del consenso elettorale hanno sempre avuto una visione strategica che non ha mai consentito loro di puntare su obiettivi ambiziosi ma solo su piccole cose, ritenute, pero’, visibili in termini di consenso politico. Invece, la strategia che ha portato l’Alta velocita’ nel nostro Paese e’ riuscita a cambiare completamente gli scenari economici delle aree interessate. Non solo ha ampliato il ventaglio dell’offerta con l’apertura ai privati e quindi ha portato piu’ concorrenza ma ha favorito anche nuovi investimenti ed il miglioramento dei servizi. E’ per questo – ha rimarcato Chiodi – che occorre coinvolgere, al piu’ presto, il Governo in una visione di lungo termine che individui le priorita’ infrastrutturali tenendo presenti costi e benefici ma soprattutto risorse e tempistica necessarie per far partire gli interventi. Che poi si tratti di portare da noi l’Alta’ capacita’ ferroviaria piuttosto che l’Alta vleocita’, per la quale ora non ci sono le condizioni econmico-finanziarie come hanno confermato gli stessi Moretti e Sciarrone , – ha concluso Chiodi – e’ un problema che discende dalle scelte effettuate in passato, anche a livello europeo, e che hanno penalizzato il versamente adriatico a vantaggio di quello tirrenico. Non e’, tuttavia, da trascurare la possibilita’ concreta di portare la velocita’ media dei treni lungo l’asse adriatico dagli attuali 150 chilometri orari ai 200 kmh. Sarebbe un bel salto in avanti".