TERAMO – La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso presentato dalla procura di Teramo contro la decisione del giudici del tribunale del riesame che avevano accolto la richiesta di dissequestro del laboratorio di procreazione assistita dell’ospedale Mazzini. I giudici della Suprema corte hanno dunque riaperto il caso legato alla mancata autorizzazione del centro annesso al Dipartimento materno-infantile e che è oggetto di una inchiesta della procura teramana, coordinata dal pm Davide Rosati. Adesso il tribunale del riesame dovrà tornare ad occuparsi del caso e decidere. Sulla vicenda è aperto anche il filone amministrativo: il Comune di Teramo, applicando una legge regionale che prevede salate ammende a chi avvia strutture sanitarie senza autorizzazioni ha aperto un contenzioso con cinque dei sei – sanitari e non – indagati nell’inchiesta, comminando loro una multa da 100mila euro ciascuno, il pagamento della quale è stato sospeso dal giudice del lavoro. La vicenda è quella relativa all’apertura, in assenza di autorizzazione regionale e dunque di registrazione nell’elenco dell’Istituto superiore di sanità, del centro di fisiopatologia della riproduzione del Mazzini, culminta con il sequestro e il successivo dissequestro, del laboratorio ospedaliero.
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