"Caso Vicentini", parte una raccolta firme per chiedere le dimissioni di Varrassi

TERAMO – La protesta scatenata dal "caso Vicentini" sotto alla Asl di Teramo prosegue con una raccolta firme attivata da esponenti delle liste civiche, forze di centro-sinistra e sindacati pronti a rappresentare in Consiglio regionale e al governatore Gianni Chiodi, il malcontento verso la permanenza del manager Varrassi alla guida della Asl di Teramo. "Dopo una manifestazione spontanea nata da un gruppo di cittadini, adesso nasce un comitato di natura poltica per chiedere alla politica conto dell’operato di Varrassi. E’ dovere della città ribellarsi – ha dichiarato Valdo Di Bonaventura (Lista Città di Virtù) – visto che la sanità è pagata dai cittadini. Da domani sarà allestito un gazebo e metteremo a disposizione dei legali per quei pazienti che avevano avviato l’iter per operarsi col professor Vicentini e che adesso non hanno più referenti per proseguire nelle cure". A stigmatizzare le posizioni del manager Varrassi sull’ultimo "casus belli di Urologia" anche Manola Di Paquale (Pd) secondo cui è stato grave da parte del direttore sminuire l’adesione alla protesta. “Piuttosto non sarebbe stato più opportuno coglierne le ragioni? Non è il caso di riflettere sul fatto che la mobilità passiva non può essere il frutto del lavoro di un professionista, ma delle condizioni di sofferenza in cui un reparto si trova a operare? Le conflittualità generate tra le persone per via delle vicende giudiziarie che hanno interessato il reparto – ha dichiarato la Di Pasquale – non possono ricadere sui cittadini”. Ha puntato il dito invece sull’incapacità politica di risolvere il “problema Varrassi” il capogruppo di Rifondazione comunista, Sandro Santacroce: “Poiché la Giunta regionale teramana non è riuscita a prendere in mano le redini di un problema che riguarda Teramo, sia Varrassi a fare un passo indietro visto che è espressione del centro-destra”. Santacroce infine coinvolge nella polemica anche il sindaco Brucchi: «Perché da presidente del comitato ristretto dei sindaci e come massima autorità sanitaria non ha preso posizione sulla vicenda?”.