TERAMO – Trasferimento nel carcere di Teramo di Davide Rosci, esponente di sinistra, ex candidato alle comunali di Teramo con Rifondazione Comunista, condannato in primo grado a 6 anni di reclusione per gli scontri di Roma dell’ottobre 2011. Lo si chiede in una risoluzione approvata dal consiglio regionale d’Abruzzo. Rosci, teramano, è attualmente detenuto a Viterbo, dopo che gli sono stati revocati i domiciliari per evasione. La condanna per devastazione è, secondo la Procura romana, per avere avuto parte attiva nell’assalto a un blindato dei carabinieri dato poi alle fiamme, a Roma. La risoluzione era stata sottoscritta da 10 consiglieri dell’ opposizione e della maggioranza ed è volta a sostenere la richiesta di Davide di ottenere il riavvicinamento alla famiglia visto che il padre, anziano e ammalato, non può affrontare il viaggio fino a Viterbo. La risoluzione auspica che "la direzione competente del Ministero della Giustizia risponda positivamente alla richiesta di Davide e dei suoi familiari".La risoluzione bipartisan, in cui il Consiglio regionale auspica e sollecita l’accoglimento da parte della direzione generale dei detenuti e del trattamento del ministero della Giustizia della richiesta di riavvicinamento alla famiglia del giovane abruzzese Davide Rosci, originario di Teramo, è stata votata da tutti i presenti, con la sola astensione del presidente, Nazario Pagano, il quale, però, lo ha fatto – come detto – solo per dubbi sulla competenza dell’Emiciclo in materia, e non nel merito". Nel documento si parla di una "condanna inflitta a Rosci derivante dall’applicazione di una fattispecie di reato, quella di ‘devastazione e saccheggio’, che costituisce un residuo del codice fascista, raramente applicato durante l’epoca repubblicana". Da febbraio Rosci "è detenuto a Viterbo e da allora si dice che abbia girato tre case di reclusione: Castrogno e Rieti oltre a Viterbo. Qui ha fatto lo sciopero della fame per evidenziare la grave e disumana situazione dei detenuti, denunciando trattamenti gravemente lesivi della dignità delle persone che scontano la pena in carcere". L’assemblea legislativa prosegue nella risoluzione ricordando che "è stato sottoposto a lunghi periodi di isolamento, che hanno aggravato la sua salute psicofisica mentre il trasferimento a Viterbo ha comportato gravi disagi per la famiglia, vista la distanza e il fatto che non è collegata direttamente". La condanna è "in primo grado e quindi, secondo la Costituzione, è ancora innocente – prosegue – È perciò doveroso accogliere la richiesta di riavvicinamento a Teramo in un carcere abruzzese". Citato anche il "padre anziano che non può fare lunghi viaggi" e si chiede quindi il riavvicinamento "per motivi umanitari oltre che costituzionali".
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