PESCARA – Un’esplosione di materiale pirotecnico è avvenuta questa mattina in un deposito di fuochi d’artificio della ditta ‘Di Giacomo’ di Villa Cipressi di Città Sant’Angelo. Il bilancio, per il momento provvisorio, è di un morto, tre dispersi e otto feriti di cui due molto gravi, e uno di essi è un vigile del fuoco. Secondo una prima ricostruzione, sarebbero state due le esplosioni, una a poca distanza dall’altra, ma la seconda quando già erano sul posto i soccorsi. La prima deflagrazione ha avuto un raggio di 4 chilometri e ha provocato roghi in decine e decine di ettari circostanti. La più violenta è stata la seconda. La vittima è Alessio Di Giacomo il figlio di uno dei titolari. Aveva 20 anni ed è stato travolto dalla seconda esplosione: secondo alcune testimonianze avrebbe voluto essre più vicino al luogo della prima, nonostante gli avessero raccomandato di non farlo, forse perchè colpito dall’idea di quello che poteva essere accaduto ai suoi famigliari. La scena tutto attorno alla collina dove sorgevano le cinque casematte coinvolte dal boato è apocalittica e sul posto lavorano un centinaio di persone, con due elicotteri e un Canadair intervenuti per spegnare dall’alto i roghi che hanno divorato la campagna. Illesa la nonna della vittima, di 94 anni e la sua badante, che si trovavano in un’ala di una palazzina vicina che ha resistito all’onda d’urto. Le ricerche dei tre dispersi sono state sospese, le speranze di ritrovarli in vita sono infatti quasi nulle: si riprenderà soltanto dopo il tempo necessario per bonificare l’intera zona che è a rischio per la presenza ancora di polvere pirica.
Vittima e dispersi sono dello stesso nucleo famigliare. Le forze dell’ordine hanno così ricapitolato le presenze sul luogo della tragedia. Nel corpo fabbrica c’erano i tre parenti Di Giacomo: Mauro, 45 anni, Roberto (39) e Federico (50). Nel corpo uffici, c’erano altri due appartenenti alla famiglia: Gianmarco, fratello della vittima, Alessio e Giordano che ai soccorritori ha detto di essersi salvato perché gettatosi immediatamente nel
bunker di salvataggio. Salvi quindi i due componenti della famiglia che si trovavano in ufficio, oltre a nonna e badante, entrambe nell’abitazione a fianco.
Alessio colpito dalla seconda esplosione, come i vigili del fuoco. Alessio Di Giacomo, figlio del titolare della ditta, Mauro, attualmente disperso, è stato soccorso dopo la prima esplosione dal personale del 118. Gli è stato detto di stare lontano dalla zona interessata al boato ma lui ha comunque voluto raggiungere l’area ed è stato investito dalla seconda esplosione che lo ha travolto. Un pò quanto accaaduto anche ai vigili del fuoco che erano sul posto per il primo intevento dopo l’allarme esplosione. Tra i feriti in gravi condizioni infatti c’è anche un Vigile del Fuoco, trasferito con l’elisoccorso all’ospedale civile di Pescara. Il vigile, secondo le prime informazioni, è stato investito dalle macerie della seconda esplosione della fabbrica, perchè si trovava con la camionetta a 20 metri dal fabbricato. Secondo una prima ricostruzione ha riportato fratture e un trauma grave all’addome.
Otto i feriti in ospedale, a Pescara e Chieti pronti per l’emergenza. Otto, secondo fonti ospedaliere,
sono i feriti che risultano essere stati accompagnati nei nosocomi di Pescara e di Penne dopo le prime cure nel
posto medico avanzato allestito nei pressi del luogo dell’esplosione. Due di loro sono in prognosi riservata a
Pescara. I rimanenti, meno gravi, a Penne. Sia nell’ospedale pescarese sia in quello di Chieti i reparti di rianimazione sono pronti per accogliere eventuali feriti gravi.
Sul posto c’è il prefetto: «Situazione difficile e drammatica». Sul posto c’è anche il prefetto Vincenzo
D’Antuono, che si è avvicinato alla zona dove si è verificato l’incidente. «Tutta la zona sarà circoscritta, transennata e sottoposta a tutela e sarà bonificata – ha detto ai giornalisti -. Ci sono ancora delle fonti di rischio per i cittadini e sono al lavoro artificieri e vigili del fuoco. Saranno necessari giorni, probabilmente. I focolai di incendio sono motivo di attenzione – ha aggiunto – considerato che alla base di tutto c’è la polvere pirica. La sala della protezione civile in prefettura è stata attivata immediatamente e sarà chiusa quando sarà conclusa la situazione, cioè quando non ci sarà più alcun rischio. Solo allora metteremo la parola fine – ha detto sempre D’Antuono – a questa tragica, drammatica situazione». Quanto alle cause «sono in corso accertamenti tecnici. Sono diverse le ipotesi ma non si può arrivare a nessuna conclusione».