SANT’OMERO – Lo ha colpito alla schiena due volte, affondando la lama del suo coltello da cucina, offeso dalle parole del suo connazionale che lo aveva apostrofato con "terrorista". Sattambie Ralalage Don Susira Kelum Nanayakkara, operaio di 30 anni, cingalese padre di un bimbo di tre anni, è morto sul colpo. A ucciderlo è stato il connazionale Kolamunnage Udara Chandima, badante di 29 anni, arrestato in flagranza di reato. L’omicidio si è consumato sul pianerottolo antistante le abitazioni dove i due vivono, in un condominio in piazza Castrum Rufi a Sant’Omero.
Ucciso sotto gli occhi della moglie incinta. Testimone del delitto, sui cui ha avuto peso determinante l’alcol anche un terzo connazionale e la moglie incinta del secondo figlio della vittima, che ha accusato un malore ed è stata ricoverata in ospedale a Sant’Omero. Secondo le testimonianze raccolte sul luogo dell’omicidio, i due contendenti erano alticci dopo la sagra (che si tiene proprio a cento metri dal luogo del delitto) e hanno inscenato una discussione per futili motivi che è purtroppo degenerata in tragedia. Il terzo straniero ha raccontato che tra le grida e la confusiobe della baruffa, la vittina abbia urlato all’indirizzo dell’altro un epiteto che nella loro lingua equivale a ‘terrorista’, un’offesa sull’etnia di origine, che ha fatto perdere la lucidità all’aggressore. Haimpugnato il coltello e ha colpito, affondando nella schiena del rivale che cercara di guadagnare l’ingresso di casa: la lama ha perforato il cuore, senza lasciare scampo al giovane padre.
Una testimone: "Se avessi chiamato subito i carabinieri non sarebbe successo". Una vicina dei due cingalesi è ancora scossa. racconta che il litigio è cominciato molto prima del delitto. i due erano soliti parlare e anche discutere su quel pianerottolo. Vicini di casa da qualche mese, da quando la vittima si era trasferita a Garrufo dalla vicina Favale, dove lavorava come fabbro in una fabbrica di serbatoi, erano soliti bere e discuterce. ieeri sera è però andata a finire male: "Il badante gli è corso dietro – racconta la testimone – ha spaccato il vetro di una finestra, poi in preda a un raptus ha cercaro di forzare la porta d’ingresso. L’altro è riuscito da casa e lo ha affrontato: si sono azzuffati, si sono presi sulla scalinata poi il poveretto è corso verso casa inseguito dall’altro. E la moglie strillava, strillava…. Se chiamavo i carabinieri prima questo dorse non sarebbe successo….".
L’arrestato lavora con uno degli uomini della scorta di Berlusconi. Kolammunage Udara Chandima era a Garruffo di Sant’omero da qualche mese, per accudire un anziano ultraottantenne che abita nella casa adiacente alle due dove il cingalese e la vittima vivono. Era venuto da Milano con il figlio dell’anziano, ex carabiniere noto per far parte della scorta che segue l’ex premier Silvio Berlusconi. Una sorta di maggiordomo, all’occorrenza utilizzato per assistere l’anziano non autosufficiente. È stato prelevato nei pressi dell’abitazikne, dove stava ancora smaltendo i postumi della sbornia e accompagnato alla caserma "Cecci" di Alba Adriatica, da dove è uscito alle 13 di oggi per essere trasferito al carcere di Castrogno a disposizione del magistrato Bruno Auriemma. L’indagine è condotta dai carabinieri del reparto operativo provinciale e del nucleo operativo della compagnia di Alba Adriatica. La salma di Nanayakkara è stata composta all’obitorio dell’ospedale di Sant’Omero a disposizione del magistrato per l’autopsia.