TERAMO – Come nel film "La carica dei 101", armati di laccio di cattura, i nostrani Gaspare e Orazio di Crudelia De Mon, da ieri sera erano alla ricerca del pastore abruzzese Biancone, il simbolo cittadino e di piazza Martiri. Un’intera notte di caccia, addirittura con l’intervento anche di una pattuglia dei carabinieri, ‘di scorta’: la batuta si è conclusa verso le 11, sotto alla scalinata laterale del Duomo, la passerella per i disabili, dove Biancone aveva cercato inutilmente di nascondersi, “fiutando" la presenza di chi voleva prenderlo. Gli "operatori tecnici addetti alla zooprofilassi" hanno eseguito l’ordinanza della Asl di Teramo, servizio veterinario, che obbligava la sua cattura per il ricovero nel canile per 15 giorni. Il motivo alla base della caccia senza quartiere, è il fatto che Biancone ha morso una bambina di 9 anni, l’altro giorno: ha dovuto far ricorso alle cure dei sanitari che le hanno curato le ferite. L’episodio ha fatto scattare la procedura prevista, in base alla denuncia sporta dai genitori della vittima dell’aggressione: il cane morsicatore va accalappiato. Già c’è polemica, però: ci sono state iniziative a difesa dell’animale e in piazza Martiri, durante la ricerca, si sono radunate molte persone con fare minaccioso attorno ai vigili urbani e agli accalappiacani.
“BIANCONE LIBERO SUBITO” NASCONO I GRUPPI SUL WEB – Centinaia di post su Facebook e ben due gruppi che chiedono espressamente la liberazione del cane-simbolo di Teramo. Gli amministratori delle pagine hanno anche organizzato due eventi: il primo si terrà domani in piazza Martiri alle 12,15, “Chi lo ha – suggerisce l’amministratrice della pagina in un post – porti con sé un nastro rosso, simbolo di Biancone”, il secondo sabato alle18, sempre in piazza. Intanto ieri pomeriggio l’assessore all’Ambiente Rudy Di Stefano è andato a trovare Biancone nel canile sanitario di Castelbasso. «Sta bene in salute, mi hanno detto che non ha perso l’appetito – racconta l’assessore – però è triste, sta davanti alla porta del canile aspettando che qualcuno lo venga a riprendere, sembra un bambino in punizione che non capisce il perché».