TERAMO – L’onda di solidarietà nei confronti di Biancone accalappiato ha oltrepassato i confini teramani: una pagina Facebook dedicata a lui e tantissimi commenti a favore del cane-simbolo cittadino. Come in tutte le cose, esiste un esercito di persone a favore, ma anche un altro contro. Ma perchè Biancone è stato prelevato e trasferito in un canile sanitario? Lo impone una legge regionale sul randagismo, che ha recepito quella nazionale, e che la l’Abruzzo ha reso antesignana nel significato di territorialità dei cani. Quando un cane qualsiasi manifesta segni di aggressività oppure, come nel caso di Biancone, morde, scatta una procedura – attraverso la segnalazione diretta dei sanitari o dello stesso cittadino aggredito – che dà potere al Servizio veterinario della Asl di intervenire con la cattura dell’animale. Ci sono due motivi perchè venga accalappiato: per motivi sanitari, per verificare se ha la rabbia – la rabbia è debellata a livello urbano, in Italia, da un trentennio, ma la procedura persiste per eccesso di zelo – e per motivi sociali, perchè potrebbe essere aggressivo e non idoneo alla presenza pubblica. Il cane a questo punto deve essere tenuto per 15 giorni sotto osservazione. Se è di proprietà di un privato cittadino, la Asl ha la facoltà di poterlo affidare al proprietario e fargli trascorrere questo periodo ai ‘domiciliari’, farlo stare in casa col padrone che dovrà controllarlo e permettere al veterinario delle verifiche periodiche; se si tratta invece di un cane del territorio, non avendo un ‘domicilio’ ben preciso e un proprietario ben individuato, allora viene trattenuto nel canile sanitario. Il periodo di osservazione non riguarda soltanto la sintomatologia della malattia rabbia (il cane se rabbioso è destinato a morire, la persona morsa affronta la vaccinazione antirabbica) ma anche la compatibilità con il mondo esterno, persone o altri animali, sotto il profilo comportamentale. Adesso valutiamo il caso di Biancone. E’ un cane territoriale: è stato catturato tempo fa, sterilizzato, vaccinato e identificato attraverso microchip e reimmesso sul territorio. In questo caso è cane di proprietà del sindaco, non essendoci un altro soggetto che se ne sia preso la cura (è possibile attraverso la sua adozione e questa potrebbe essere una soluzione, auspicabile e definitiva, vista l’ampia solidarietà e l’affetto che riscuote). Per questo motivo è stato adesso rinchiuso nel canile sanitario di Castellalto, dove attenderà i 15 giorni di osservazione. Cosa accadrà, quale è il suo destino? Se Biancone non avrà sintomi della rabbia, è improbabile che ne sia affetto, ma soprattutto se i veterinari valuteranno positivamente la sua compatibilità caratteriale a stare in mezzo alla gente e se questa non sia degenerata nel frattempo, allora il cane-simbolo sarà liberato. Altrimenti, il destino di Biancone, procedura e legge alla mano, è nel canile rifugio di Carapollo o, peggio, se la situazione fosse grave o si aggravasse, potrebbe anche rischiare di essere abbattuto. Anche in questo caso lo prevede la legge. Una considerazione, finale: in ogni caso, sia che Biancone possa essere diventato aggressivo o si fosse ammalato, il controllo veterinario del cane sul territoriio è mancato. Biancone potrebbe diventare simbolo non solo della città ma soprattutto della scarsa applicazione dei principi della legge regionale sul randagismo da parte di chi dovrebbe esserne preposto.
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