TERAMO – “POPS: Totem e tribù del terzo millennio” è la mostra presentata in anteprima a Teramo, tappa iniziale di un itinerario espositivo, quello che riguarda i lavori più recenti di Frisco e Zino, tutti incentrati sul dialogo tra la società contemporanea e i segni, i linguaggi e le iconografie visive della rappresentazione artistica. L’inaugurazione è in programma domenica alle 18 nella sala espositiva di via Nicola Palma. Ci si troverà davanti a un progetto di lettura e riproposizione della realtà che ha avviato il suo percorso poietico anche basandosi sul confronto tra due diverse generazioni di artisti entrambe con alla base la sensibilità e le corde del linguaggio pop. Luigi Franchi e Francesco Ciancabilla uniscono la loro produzione artistica scegliendo di divenire sodalizio creativo, un binomio che ha appunto come matrice comune la cifra stilistica della pop art in quanto strumento universale di comunicazione visiva volta alla narrazione dell’attualità. Un presente che ci viene mostrato in tutte le sue variazioni, dalle più apparentemente marginali, come le riproduzioni di oggetti d’uso quotidiano e spesso afferenti al superfluo realizzati da Zino, i “PoPuP”, teatrini composti con frammenti polimaterici inquadrati in seriali cubetti lignei, a quelle dei volti e dei corpi inquieti delle dimensioni metropolitane di Frisco, pitture spesso a due colori, che con semplicità linguistica e tecnica sperimentata negli anni della formazione bolognese, tra Andrea Pazienza e i primi writers, ci dice degli emarginati e della solitudine umana. I totem dunque sono soprattutto gli oggetti, quelle cose di largo consumo che comunicano consumismo e che davanti alla inarrestabile e travolgente crisi di un sistema finanziario dominante, frammentandosi divengono icone del superfluo e quindi simbolo di un mondo che va oltrepassato per ritrovare una dimensione più dignitosamente umana. Una speranza e allo stesso tempo una nostalgia di umanità, quella della tribù, ossia di un contesto che persa la sua condizione comunitaria e solidale, si presenta attraverso un isolamento che è la sorte attuale dei tanti ultimi e abbandonati, vittime di una società ingiusta e diseguale, che divide e che non protegge, come invece una vera tribù di uomini e donne ha sempre fatto nella storia dell’umanità. Ecco dunque che Frisco e Zino nelle immagini che ci mostrano, apparentemente colorate e semplificate nella loro comunicazione visiva, ci consegnano un messaggio che racconta la verità della condizione umana del presente.
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