TERAMO – All’indomani dell’approvazione del Pef, il piano economico finanziario della Team, con le polemiche che lo hanno accompagnato, si registra un botta e risposta in casa Team tra l’Amministratore delegato, Paolo Troiano, e il presidente Fernando Cantagalli. Mentre il primo preferisce rivolgersi es esprimersi su un canale informativo unico, il presidente parla a microfoni, tutti, aperti: «Mi chiedono se c’è una contrapposizione, in merito alle strategie di gestione della Team tra me e l’amministratore. Io rispondo di no ma sono nello stesso tempo pronto a dire che esiste un rapporto, quasi fisiologico, tra la parte pubblica e quella privata, che va rispettato. Ho detto più volte – ha spiegato Cantagalli – che l’obiettivo del Comune, che detiene la maggioranza, è quellio di garantire sempre e solo la qualità del servizio. Null’altro. E’ ovvio che questo cozza con l’interesse del socio privato, che tende invece sempre al profitto per forza, a massimizzare gli utili. Ritengo che in questo settore sia facile avere più utili: siccome non vendiamo gelati, basta aumentare le tasse. E questo il comune di Teramo non lo ha fatto, badando invece a mantenere uguale il costo dei servizi. Ma devo anche aggiungere che questonon ha inciso sul ricavo del socio privato: nei primi tre anni con noi, attraverso i dividendi, ha ricevuto più del doppio del capitale che ha investito…». Gli fa eco il sindaco, sottolineando che «l’utile per al Comune non ha valore. Noi tendiamo a ottimizzare il servizio reso ai cittadini. E’ chiaro che in un Cda ci sono scambi di vedute che spesso possono non essere concordanti. Ma vi assicuro che in Team stiamo procedendo veloci: la procura, che è il nostro interlocutore assieme al privato, la scorsa settimana ha approvato il percorso da noi indicato per arrivare alla procedura per l’individuazione del nuovo socio privato»-. Quanto alla Tares, che in molti hanno indicato in aumento del 10 per cento, Brucchi ha voluto fornire e aggiustare i suoi numeri: «Non ci sarà aumento del 10 per cento. Andrà dal 2 al 7, massimo 8 per cento. Questo dipende da alcuni fattori: intanto la diminuzione del plafond, della platea di chi deve pagare, dovutra alla crisi e al fallimento di molte imprese; dall’inserimento di una quota fissa ci 30 centesimi che va al Governo e dalla nuova voce di prelievo del percolato, che prima non veniva inserita in questo contesto e adesso per legge sì».
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