TERAMO – Stop al “turismo dei rifiuti”, il Cirsu torna al suo ruolo per la gestione dei rifiuti in provincia di Teramo attraverso la presentazione di un nuovo piano industriale approvato all’unanimità dai sei Comuni soci: Bellante, Giulianova, Morro d’Oro, Mosciano, Notaresco e Roseto. A presentare il programma di risanamento, e a spiegare anche i motivi per cui è stata ritenuta “irricevibile” la proposta dell’Aia spa (gruppo di riferimento di Di Zio) è stato il presidente del Cda del Cirsu, Angelo di Matteo nel corso di una conferenza stampa alla presenza dei sindaci durante la quale ha annunciato la ripresa delle attività della vecchia discarica da cui sono state ricavate volumetrie per circa 30mila metri cubi e l’aggiudicazione dei lavori e la gestione della nuova discarica. Tutto questo avverrà a partire da gennaio 2014 e con il graduale riassorbimento, così come convenuto con il prefetto, dei lavoratori ex- Sogesa. Il piano di ristrutturazione così presentato dovrebbe portare da subito nelle casse della società più di 3,5 milioni di euro e circa 17 milioni di euro tra il 2014 e il 2022. “Cirsu SpA – ha spiegato il presidente – ha scelto di rimanere una società interamente pubblica, affidando all’esterno con procedure di evidenza pubblica la gestione del patrimonio impiantistico che, già dal prossimo gennaio, vedrà tornare operativa larga parte del Polo tecnologico. La validità del lavoro svolto, ha reso possibile la definizione di un progetto di ristrutturazione del debito che ha ricevuto, a testimonianza della fondatezza del progetto, l’adesione della quasi totalità dei creditori, con l’eccezione di AIA SpA. Tali risultati, che provano il superamento dello stato di insolvenza, saranno rappresentati e documentati al Giudice Fallimentare nell’udienza del 10 dicembre 2013 relativa all’istanza intentata da Aia (ex socio di minoranza di Sogesa SpA) nei confronti di Cirsu SpA”. Nell’ambito del percorso di risanamento, il Cirsu attraverso una gara di evidenza pubblica ha individuato nel “Consorzio Stabile Ambiente dell’Aquila” il partner a cui affidare la gstione degli invasi, partner che, a titolo di canone di anticipazione sulle attività che andrà a svolgere, si è impegnato da subito a versare nelle casse di Cirsu SpA oltre 3,1milioni di euro (a parte l’Iva). Infine Di Matteo ha reso noto i motivi del respingimento della proposta presentata da Aia: “L’affidamento diretto di beni pubblici rappresenterebbe una grave violazione del Codice dei contratti che ci esporrebbe alla revoca di appalti aggiudicati e con rischi risarcitori a danno del Cirsu. Insomma rischieremmo il dissesto. Per di più la proposta è priva di un piano strategico e il riassorbimento dei dipedenti figura solo come una dichiarazioni di intenti. “Al di là delle beghe che ai cittadini interessano poco- hanno dichiarato i sindaci – va evidenziato che la provincia di Teramo di riappropria della sua autonomia grazie al conferimento dei rifiuti a Grasciano. Questo si tradurrà in un risparmio dei costi a carico della collettività, ma anche nell’avvio di una gestione virtuosa del denaro pubblico”. “L’auspicio – come dichiarato dal sindaco di Notaresco di Bonaventura, direttamente interessato dall’area della discarica – è che le comunità e il tessuto produttivo locale riesca a coabitare con quello che comportano le attività dell’invaso. Io mi farò garante della salubrità del mio territorio”.
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