Elezioni, Pd: bye bye Pomante, il partito cala la carta Di Pasquale

TERAMO – La pausa natalizia sembra aver spazzato il campo dei pretendenti, presunti o tali, alla ‘nomination’ per la candidatura a sindaco per il Partito democratico teramano. Dapprima Valter Mazzitti poi Gennaro Lettieri, ancora Alfonso Marcozzi o Raffaele Di Gialluca, tra rifiuti e indisponibilità, nessuno ha costituito concorrente valido. Ma l’inizio anno potrebbe portare al Pd il vero candidato: Manola Di Pasquale. L’avvocato e consigliere comunale del partito è il candidato che la parte ‘rottamatrice’ e riformatrice del partito presenterà ufficialmente. La proposta sembra aver trovato anche la condivisione del segretario cittadino Alberto Melarangelo e si pone da un lato in continuità col ruolo di presidente regionale del partito già ricoperto dalla Di Pasquale, dall’altro nell’ottica di un riequilibrio interno al Pd dopo le indicazioni emerse dai congressi che in ultimo hanno portato Renzi alla segreteria nazionale; e Manola Di Pasquale è l’interprete nel capoluogo di questa nuova idea di ‘rottamazione’. E il sindaco Di Marco, coordinatore dell’ala riformatrice del Pd, pur ribadendo che le scelte spettano al Pd cittadino, non nasconde il suo apprezzamento qualora il partito decidese di far scendere in campo la Di Pasquale. "E’ una professionista che viene dal mondo del lavoro e che ha dato tanto a Teramo tra i banchi del Consiglio comunale. Si è spesa per tante battaglie cittadine, come quella su passi carrabili e in ultimo sulla Tia, battaglie i cui esiti le hanno dato ragione. Credo che sia un punto di riferimento e la sua candidatura mi troverebbe d’accordo". Tramonta invece il dialogo, interrotto sul nascere, intavolato con il candidato espressione delle liste civiche Gianluca Pomante. Il Pd rivendica infatti la voglia e la capacità di esprimere un candidato interno al partito, e la concomitante non disponibilità, dichiarata dallo stesso Pomante attraverso Facebook, a partecipare ad eventuali primarie del centrosinistra, non sembra essere piaciuta alla base che ritiene a questo punto venir meno i presupposti per una piattaforma di dialogo.