TERAMO- "Nessun presidente nella storia della Regione Abruzzo ha avuto più poteri, più tempo e più strumenti come Gianni Chiodi. Ha il dovere di rendicontare i fatti, i risultati dei suoi anni di governo. Se ora, dopo 5 anni e mezzo e dopo aver avuto anche i poteri da commissario straordinario, anziché parlare dei suoi successi Chiodi si riduce a parlare del passato, nonostante la destra abbia governato in 11 degli ultimi 14 anni, ha un solo obiettivo: provare a nascondere il grande vuoto della sua fallimentare esperienza da presidente". Lo afferma il segretario regionale del Pd Silvio Paolucci. "Dunque Chiodi dica quante aziende ha portato in Abruzzo, quanti posti di lavoro ha creato, quali nuove arterie ha aperto per lo sviluppo della regione, quali infrastrutture ha programmato e inaugurato, quali alleanze ha stretto con altre Regioni ed altri Paesi, quali successi vanta sulla spesa dei fondi comunitari, quanti dei 6 miliardi del masterplan promessi nel 2010 sono stati spesi, quanti enti strumentali sono ancora commissariati, quale riforma della pubblica amministrazione può esibire per venire incontro a cittadini ed imprese. Ecco il suo dovere di presidente: fare il suo bilancio, il suo rendiconto; invece cerca di distrarre gli abruzzesi dai suoi fallimenti e dagli scandali che hanno affossato la credibilità etica della sua giunta, lasciando persino il dubbio che la data elettorale sia stata determinata, dopo due modifiche legislative, in relazione alle notizie che sarebbe venuto a sapere sul fronte giudiziario che riguarda la sua Giunta". Chiodi, ricorda il segretario del Pd, "sul fronte contabile cerca di nascondere l’assenza del bilancio consuntivo dagli atti della Regione, e prova a far dimenticare che il disavanzo dalla rendicontazione dei suoi anni è evidente, omettendo di raccontare che l’enorme stock di debito si è venuto a creare negli anni dell’assessorato al bilancio del vicepresidente Castiglione. Persino il DPEFR del 2010 (ovvero di questa giunta di destra) racconta che l’inversione di tendenza sul fronte debito è stata raggiunta nel triennio di centrosinistra. Ma, al di là del percorso di risanamento dei conti obbligato dai tavoli ministeriali e da una legislazione nazionale sempre più stringente, è sul fronte politico e strategico che lascia l’Abruzzo in in una situazione disastrosa. Il Presidente non può vantare nessun risultato: Chiodi ha spinto l’Abruzzo verso una situazione economica da profondo sud, dove il 40% dei fondi europei non viene neanche impegnato, ha costretto centinaia di giovani ad emigrare, ha ridotto la sanità pubblica a una serie infinite di liste d’attesa, ha guardato centinaia di aziende chiudere senza sapere come aiutarle, ha lasciato l’Abruzzo fuori da ogni azione sui corridoi europei, ha fallito qualsiasi politica sul fronte del credito. La crisi – ribadisce Paolucci – c’è ovunque, ma ci sono regioni che stanno reagendo molto meglio dell’Abruzzo. Ecco perché Chiodi, ora che finalmente ha fissato la data del voto, prova a distrarre gli abruzzesi. La sua esperienza di governo sta per finire e non può vantare alcun risultato pensato e raggiunto nei suoi 66 mesi di governo se non i 6 mesi di proroga a carico degli abruzzesi che si è concesso per legge (2 volte) costringendo il Consiglio Regionale a deliberare per 1 anno sulla legge elettorale per soli interessi di bottega. Nella prossima legislatura la legge elettorale, il principale strumento di democrazia e dignità di una comunità regionale, verrà stabilita ben prima della scadenza elettorale e si saprà da subito che la legislatura durerà 5 anni. Gli abruzzesi non subiranno altre umiliazioni come quelle imposte da Chiodi e da una destra tanto arrogante che ha governato in 11 degli ultimi 14 anni".
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