TERAMO – Un’altra storica attività chiude i battenti. Anche Bon Marchè, una delle più note profumerie presenti in città, sta per abbassare le saracinesche. Per ora il locale di via Campana resta aperto per un altro breve periodo, in attesa che si riesca a trovare un altro inquilino per il locale, cosa al momento difficile, anche per la metratura importante. I costi elevati e la crisi ormai soffocante ha però costretto i titolari dello storico negozio a mollare. E a fine mese chiude anche il bar San Giorgio, un’attività decisamente più “giovane”, che ha risentito della crisi. «E’ necessario rivedere gli importi degli affitti – afferma il presidente del centro commerciale naturale e rappresentante comunale della Confesercenti Giancarlo Da Rui – senza dubbio il problema delle attività storiche che chiudono è rilevante, ma lo è altrettanto quello delle attività più recenti, soprattutto bar e ristoranti, che cambiano continuamente gestione, o cessano del tutto. Lo abbiamo detto tante volte, resistere ormai è sempre più dura, tra tasse locali e quelle nazionali, per i commercianti la situazione è davvero difficile e il saldo tra aperture e chiusure è in negativo». Anche Ezio Torelli, presidente della Commissione commercio del Comune, ritiene che gli importi degli affitti siano ormai sproporzionati rispetto alle reali entrate degli esercenti. Più ottimista l’assessore al Commercio Mario Cozzi, che vede nel turn over, anche in centro storico, il segno di una vitalità che resta nonostante i gravi problemi generati dalla crisi. «Le nuove aperture restano comunque superiori alle cessazioni – precisa Cozzi – anche se il trend, dalla fine dello scorso anno ad oggi, ha subito una certa flessione». Mercoledì intanto scadrà il bando per l’affitto dei locali dell’ex Oviesse, al centro delle cronaca per l’occupazione dei locali a opera di un gruppo di artisti che che chiede che gli spazi rimangano a disposizione della collettività: con l’apertura delle buste si saprà ufficialmente quali marchi e quali imprenditori sono interessati a subentrare. Alcune voci insistenti in questi giorni parlano anche di un interesse manifestato da un gruppo di cinesi agli uffici del Patrimonio, ma l’indiscrezione non ha trovato conferme ufficiali . La struttura intanto, dopo una serata trascorsa con l’esibizione di diversi gruppi musicali, è rimasta ancora un giorno in "ostaggio" dei manifestanti che hanno dichiarato di voler occupare l’area fino al giorno dell’apertura delle buste.
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