TERAMO – Critiche alle tasse comunali e al piano traffico: i commercianti di Nereto lanciano la crociata anti-Tares. «Gli aumenti rispetto alla Tarsu – spiega Antonio Colletta, presidente dell’associazione dei commercianti neretesi, aderente alla Confcommercio – superano il 300%. Prendiamo ad esempio la mia attività, una birreria: prima pagavo 378 euro di Tarsu, con il passaggio alla Tares siamo arrivati a ben 1573 euro. Lo stesso vale per i titolari di bar, per i fiorai, per l’ortofrutta, per le pizzerie e ristoranti. Abbiamo chiesto nel mese di Novembre al Comune di tornare alla Tarsu, ma non ci hanno neanche risposto». Il Comune ha invece deciso di non far pagare la mini-Imu, trovando tra le pieghe del Bilancio i fondi per coprire le somme necessarie. «Si tratta – aggiunge Colletta – di non più di 20 euro a famiglia, che non credo facciano la differenza. Se invece questi soldi fossero stati utilizzati per le attività commerciali che non sono poi così tante a Nereto, gli importi della Tares per noi sarebbero stati dimezzati, rappresentando per noi un aiuto concreto». La protesta anti-Tares dei commercianti di Nereto si basa non solo sugli importi stellari della nuova tariffa, ma anche sull’annoso problema della viabilità. «Di fatto – conclude Colletta – ci impediscono di lavorare, perché hanno reso impossibile entrare nel centro del paese. A Nereto non si entra. Addirittura hanno anche chiuso una parte della rotonda che si trova nei pressi del cimitero convogliando tutto il traffico fuori dal paese. Il centro si è ormai spopolato, le attività commerciali stanno morendo, è assurdo pensare ad un Piano traffico senza prima ascoltare le associazioni di categoria, che rappresentano concretamente chi vive e lavora sul territorio tutti i giorni. Chiediamo di non essere danneggiati ma ascoltati, siamo pronti a discutere e incontrare tutti per cercare di risolvere questi enormi problemi quali la Tares in particolare che non siamo in grado di pagare perché pesante è stata imposta dall’amministrazione. Ricordiamo a tutti gli amministratori, attuali e futuri di risolvere i problemi del paese e di salvaguardare le attività commerciali che sono la linfa per far vivere il territorio».
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