TERAMO – E’ stato condannato a dieci anni e otto mesi per omicidio volontario aggravato, Udarachandima Kolamunnage, il 29enne badante cingalese che lo scorso 4 agosto uccise il connazionale Sattambie Ralalage Don Susira Kelum Nanayakkara, operaio di 30 anni. Il cingalese è stato condannato con l rito abbreviato dal gup del tribunale di Teramo, Franco Tetto. Il pubblico ministero Bruno Auriemma aveva chiesto la condanna a 21 anni. Il giudice, applicando la riduzione di un terzo prevista dal rito prescelto dalla difesa e la attenuanti generiche, ha ridotto ulteriormente la pena che dai 14 anni è scesa ai 10 e 8 mesi inflitti. Ha inoltre applicato una provvisionale subito esecutiva di 100mila euro ciascuno per la moglie, i due figli piccoli, madre e fratello della vittima costituitisi parti civili nel procedimento. Il delitto avvenne a sant’Omeo dove i due vivevano in due appartamenti attigui. Sembra che all’origine del violento litigio, aggravato dall’abuso di alcol, conclusosi con il tragico accoltellamento, ci fosse stata l’accusa lanciata dalla vittima all’altro di «essere un terrorista». La difesa, rappresentata dall’avvocato Adriano Di Battista, ha annunciato appello contro la sentenza.
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