TERAMO – Onorevoli, consiglieri, sindaci, segretari di partito, l’intera corazzata del Pd al gran completo presente oggi alla presentazione ufficiale della candidatura di Manola Di Pasquale a sindaco di Teramo, la prima donna nella storia della città ad ambire alla poltrona del Palazzo di Città. Non sarà tuttavia la ‘quota rosa’ secondo Luciano D’Alfonso a fare della Di Pasquale una candidata vincente, ma “la determinazione e la capacità di avere una soluzione per tutto. E’ questa la dote più grande che le permetterà di tenere in braccio il destino di una grande città”. “D’altronde noi donne, tra i figli e le buste della spesa, abbiamo sempre qualcosa in braccio“ ha esordito una raggiante Manola Di Pasquale raccogliendo la benedizione dei suoi “sponsor”, tra cui il segretario regionale Silvio Paolucci e il sottosegretario con delega all’Editoria Giovanni Legnini, che si è dichiarato primo tifoso della candidata democratica chiamata a rappresentare un’alternativa di cambiamento riconoscibile: “Un cambiamento in un’epoca di crisi profonda delle amministrazioni locali cui gli amministratori non sono più distributori di potere o di vantaggi, ma sono chiamati a stare tra le gente e per la gente”. Un invito raccolto a piene mani dall’avvocato teramano che si presenta con la voglia di essere un sindaco a tempo pieno e che dedicherà ogni sabato mattina agli incontri con i cittadini sul territorio e nelle frazioni.
«Partito “zoppo” senza Cavallari». Un programma aperto alla coalizione, il recupero della governance del territorio e sussidiarietà con l’associazionismo e il sociale. Ecco come Manola Di Pasquale si è presentata alla città: “Un sindaco che batte pugni”. A sottolineare l’unità del partito, al di là della presenza dell’intero apparato del Pd al completo presente in conferenza stampa, è stata la stessa Di Pasquale che ha voluto sostenere come la sua candidatura sia la sintesi dell’intero lavoro portato avanti dal gruppo consiliare del Pd di cui figura imprescindibile è Giovanni Cavallari, il consigliere indicato inizialmente a sindaco e poi dimessosi: “Questo progetto parte zoppo senza Giovanni Cavallari – ha dichiarato -. Il mio primo impegno dopo questa presentazione sarà quello di recuperare la sua figura il cui contributo è stato e sarà indispensabile”. Una coesione sancita anche con la nomina di Gianguido D’Alberto a coordinatore di un tavolo permanente sulla costruzione del programma da condividere con tutte le forze civiche, cattoliche e laiche. “Vogliamo dare la possibilità a tutti di offrire un contributo per il recupero di un’identità che Teramo ha perso – ha detto la Di Pasquale – la creazione di un tavolo aperto va in questa direzione così come la condivisione di un programma e la disponibilità ad allargare il confronto con delle primarie di coalizione di centrosinistra”. Oltre a ribadire la forte esigenza di una rimodulazione fiscale, ha poi posto l’accento sulla necessità di avere un sindaco che si riappropri del suo ruolo istituzionale in un momento in cui sembra sfuggire la governance del territorio. “L’esempio Tercas è il ceffone più eclatante inflitto alla nostra comunità – ha detto la Di Pasquale –. Teramo ha bisogno di un sindaco che batte i pugni per una governance nostra e non, come abbiamo assistito finora, affidata a persone lontane dal territorio come è avvenuto anche per la sanità. Sarò la prima spina nel fianco dei parlamentari del Pd ai tavoli romani”. Un sindaco “da battaglia” insomma ma anche un sindaco della gente, o meglio “delle persone”. “Teramo infatti – ha detto la candidata – vive di un tessuto sociale e di un associazionismo che lavorano in silenzio e che arrivano a sostenere il disagio e i bisogni lì dove l’ente non ce la fa. E’ questa forma di sussidiarietà che dobbiamo valorizzare e che le istituzioni devono sostenere – ha detto la Di Pasquale – così come tutte le cose importanti che Teramo vanta: il tessuto lavorativo di piccoli artigiani, la cultura, l’Izs, l’università “illuminata” del rettore D’Amico, e tutte quelle realtà che insieme a me sono chiamate a restituire una dignità a Teramo. Non temete – ha concluso con un guizzo di sfida la Di Pasquale – sarò il vostro sindaco”.