TERAMO – Tempo scaduto: è con questo ‘attacco’ che Manola Di Pasquale sottolinea quello che le giunte Chiodi-Brucchi, in dieci anni di consiliatura, 3.660 giorni, non sono state in grado di realizzare. A partire dal «risolvere il nodo del nuovo Teatro, ristrutturare il centro storico e la passeggiata dei due corsi – scrive Di Pasquale -, realizzare un Piano strategico per la città, decidere cosa fare del vecchio stadio, metter mano alla Tia – visto che a Teramo c’è il sistema di pagamento più iniquo e gravoso di tutto l’Abruzzo -, ridare respiro al tessuto economico». ecopndo la candidata a sindaco del Pd, l’occasione è andata sprecata. «Una riunione al giorno per annunciare le stesse cose promesse dieci anni fa mi pare davvero un esercizio propagandistico che i teramani non si meritano – sostiene l’avvocato presidente regionale del Pd -. Una rispolverata ai titoli dei giornali e le promesse di oggi fanno il paio con gli annunci di dieci o cinque anni fa». Chiodi e Brucchi per la Di Pasquale hanno gestito per anni fondi e progetti ereditati dalla giunta Sperandio e «ben poco hanno messo di loro e quel poco è miseramente finito in fuffa: vogliamo parlare dei progetti sull’ex Manicomio, dell’Anfiteatro, del programma Jessica, del teatro?». Quello che non è stato fatto in 3.660 giorni, dice il candidato Pd, non si può fare in 120, tanti quanti ne mancano alle elezioni: «Per questo – dice la Di Pasquale – è arrivato il momento di una nuova classe dirigente e di un nuovo progetto civile e amministrativo che avrà quale primo obiettivo rendere Teramo una città pulita, decorosa e vivibile».
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