TERAMO – E il caso Tercas anima la interessante puntata di Presadiretta di RaiTre che ieri sera ha tenuto incollati i teramani nel seguire i passaggi dell’nchiesta giornalistica della trasmissione condotta da Riccardo Iacona. Una trasmissione che ha infilato la Tercas, purtroppo a buon diritto, tra le "Banche rotte", tra i 13 istituti di credito italiani commissariati da Bankitalia negli ultimi due anni. E tra un servizio e l’altro, ha realizzato lo scoop, con l’intervista dell’immobiliarista che, all’origine, ha dato il via al crac della banca di corso San Giorgio: Vincenzo Guerrizio ha infatti sentito e mostrato al grande pubblico Raffaele Di Mario, l’uomo del fallimento da 500 milioni di euro, del Gruppa Dima e Dimafin, cui l’ex direttore generale Antonio Di Matteo aveva ‘affidato’ qualcosa come 25 milioni di euro e che in quello che fu l’ufficio di Andreotti – nella famosa ex sede della Dc in via Sturzo acquistata da Di Mario – aveva aperto il suo studio della filiale romana. L’ex carpentiere molisano diventato uno dei più ricchi imprenditori italiani, ha parlato dell’affidamento della Tercas e in sostanza ha anche puntato il dito contro l’istituto di credito: «Sì Tercas mi aveva affidato 25 milioni ma mica vuol dire che Tercas ha sbagliato, allora hanno sbagliato anche Banco di Sardegna, Bnl…» «Il problema – ha continuato l’immobiliarista – nasce quando il Di Mario cresce e viene scoperto dal banchiere che ha fatto l’operazione….». Lei vuol dire di essere stato la gallina dalle uova d’oro, incalza il giornalista: «Esatto». E poi il j’accuse: «Nel momento delle vacche grasse, in cui le banche regalavano soldi a cani e porci, si perdevano di vista tutte le realt. Fare l’immobiliarista è semplice: Basta avere un banchiere, un politico e una segretaria e un geometra: uno ti dà i soldi, uno ti dice vatti a comprare quel palazzo, affittalo a quello ed è fatta, cosa che non appartiene a Di Mario…» Allora quando Di Mario è fallito? «Di Mario è morto per la stupidità dei professionisti che le banche hanno messo. Le banche sono dei dittatori…. Per me le banche devono essere commissariate tutte, perchè il metodo è italiano… O le commisari tutte o nessuna…». Attraverso il contributo del giornalista Lorenzo Colantonio del quotidiano il Centro e del blogger de "I due punti", Giancarlo Falconi, Presadiretta ha ricostruito le vicende drammatiche del commissariamento e dell’arresto di Antonio Di Matteo e dei conti pesanti che Bankitalia e la magistratura stanno chiedendo agli ex amministratori. Così come ci ha raccontato le curiose analogie con le difficoltà della Banca di Spoleto e di Banca Marche (300 filiali e un deficiti di bilancio di 800 milioni di euro), ma soprattutto la ‘truffa’ delle azioni ai piccoli risparmiatori della Cassa di risparmio di Ferrara, che hanno visto perdere l’ottanta per cento del titolo in loro possesso e che si sono affidati a Confesercenti per i diritti di rivalsa, esattamente come quelli dela Tercas… E guardacaso anche in Carife, il default è stato provocato dalle anomalie gestionali di un direttore generale alla Di Matteo, Gennaro Murolo, che rassicurava i Cda ed erogava milioni di euro a go-go.
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