TERAMO – Lo hanno ricordato in Curva Est, la ‘sua’ Curva est. Quella curva sui cui aveva formato e cresciuto la sua passione, e che aveva colorato con iniziative e idee che portava dai grandi stadi, che gli piaceva frequentare, la Sud romanista in particolare. Giambruno Pucci è morto il 18 aprile del 1994, a 29 anni, stroncato nel sonno da una embolia. Da allora sono passati 20 anni ma se non fosse per quella scenografia dell’ex Comunale dietro di lui nella foto che lo ha immortalato (tratta da "Sotto il bandierone, la cavalcata verso la C2") a poche ore dalla sua scomparsa, sembrerebbe domenica scorsa: lui che corre abbracciato a Marcello Di Giuseppe e vicino a Fabrizio Grilli, i suoi idoli, i campioni del Teramo di Aldo Ammazzalorso che propro in quel giorno vinsero matematicamente il campionato Dilettanti per tornare in C2. "Teschione", questo il soprannome di Giambruno, era l’anima della tifoseria ultrà biancorossa, un simbolo. Tanto simbolo che ancora oggi non c’è anniversario che non venga ricordato. Ieri i tifosi si sono riuniti all’ex Comunale, su quelle gradinate che furono la sua seconda casa, per una "fumogenata" alla memoria. Gli ultras teramani lo hanno celebrato come si fa con i grandi amici. Giambruno lo era, di tanti, di tutti. Per il suo modo genuino, arrabbiato anche in certi casi ma schietto, di fare il tifo per la squadra del cuore. Un esempio che andrebbe ricordato ed emulato un pò di più, nel mondo del calcio che va alla deriva.
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