TERAMO – «Il vostro avversario più temibile è l’ignoranza, comunque la pensiate sul mondo o vi identifichiate nelle forze politiche o vi sentiate attratti da questo o a quell’indirizzo scientifico». Con queste parole il ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini ha salutato la platea di autorità, istituzioni e di studenti superiori e universitari riunita nell’aula magna dell’Università di Teramo per la cerimonia di consegna delle prime 30 borse lavoro istituite dall’Ateneo. Il ministero ha difeso il diritto «che ciascuno di voi – ha detto – deve esigere di poter fare e di poter seguire la propria natura, il proprio talento, l’accesso allo studio. A questo diritto – ha aggiunto – deve corrispondere un altro speculare elemento: il dovere educativo».
«Perchè abolisco i testi di medicina». Per la Giannini, è fondamentale garantire agli studenti l’accesso diretto alla conoscenza e in questo senso è tornata a difendere un «tema scabroso, di quelli che da ministro preferiresti non toccare» come l’abolizione dei test di medicina: «Io devo fare il possibile per dare i migliori strumenti di accesso alla conoscenza ai giovani di oggi e allora il test di medicina lo rimetto in discussione. Ma non – ha precisato il ministro del governo Renzi – perchè ritenga che tutti si possa fare il medico indiscriminatamente o la scelta di equilibrare il rapporto tra bisogno effettivo di medici della società e di laureati anche specializzati in medicina sia stata una scelta negativa, anzi; mi sento in dovere di discutere con voi e non solo con voi se il test di 60 domande è lo strumento migliore per diagnosticare l’attitudine a fare il medico». Sotto questo aspetto ha confermato la valutazione, per l’anno accademico 2015-2016, di «un accesso al primo anno in cui durante il corso di studi del primo anno si misuri la qualità, la capacità di rispondere a quelle poche scelte che il ragazzo deve fare».
«Voglio in Europa un Erasmus per tutti». Ma accesso diretto alla conoscenza e garanzia di dovere educativo non possono camminare, per il ministro Giannini, senza una politica di internazionalizzazione dell’educazione, sottolineando la "brain’s circulation": «La ‘generazione Erasmus’ deve diventare una possibilità per tutti, un progetto e non un introito e io spero – ha aggiunto -, sarei felice se la presidenza italiana dal primo di luglio potesse farsi portatrice per il settore education di un Erasmus curriculare’ che tutti abbiano la possibilità di fare e non solo di potersi pagare una vacanza studio all’estero".
«Più eccellenze universitarie in una regione, soluzione alla crisi». Parlando con i giornalisti prima di affrontare la platea e le domande di oltre duecento studenti delle scuole elementari e medie abruzzesi, riuniti in un’aula in una lezione universitaria ‘vera’ sulla fecondazione in vitro, il ministro Giannini ha affermato che «specializzarsi di più e riuscire a fare all’interno di un territorio per esempio in Abruzzo, che ha diverse sedi, diversi atenei che hanno maggiori eccellenze in settori diversificati può essere la logica che porta a superare i problemi economici e a dare maggiore possibilità di qualità alla didattica».
«Trasformare la fuga di cervelli in mobilità». Sollecitata sul problema della fuga dei cervelli all’estero, la senatrice di Scelta civica ha ribattuto: «Se la fuga di cervelli riusciamo a trasformarla in mobilità – ha detto -, quindi ragazzi che vanno ma possono rientrare e ragazzi che vengono da altri Paesi questo diventa un straordinario volano di sviluppo per il nostro Paese».
Cosa fa il Governo per la scuola. Il ministro ha poi tenuto a sottolineare quanto fatto dal Governo Renzi, finora per il mondo della scuola: «Per la scuola mi permetto di dire, è un dato oggettivo, questo Governo sta facendo quello che nessun altro ha fatto dal Dopoguerra a oggi: cioè è un punto di agenda politica centrale, c’è un piano per l’edilizia che stanzia soldi veri e non annunciati, 3 miliardi e mezzo di euro per circa 10mila interventi in tutta Italia. Non è la soluzione, nè poteva esserlo con la bacchetta magica in un anno, ma è già un esplosivo contributo a una situazione che era cenerentola fino a pochi anni fa. Per l’università – ha concluso il ministro – stiamo cominciando a mettere in fila i temi e i problemi e anche lì ci vorrà un coraggio analogo. Non servono ovviamente quelle cifre, però intanto abbiamo evitato che il decreto Irpef, come sempre ventilato e temuto, prevedesse dei tagli al fondo di finanziamento ordinario. Ma questo non basta, basta per quest’anno ma non basta».