TERAMO- “Strutture per il commiato e case mortuarie, la politica è fuori tempo massimo”. Così Gianguido D’Alberto, capogruppo del Pd, prende posizione sulla bozza di regolamento approdata in Commissione Urbanistica per disciplinare la nascita delle nuove strutture previste da una legge regionale ad hoc, all’interno delle quali vengono regolamentati anche i trattamenti di toelettatura mortuaria fino all’imbalsamazione delle salme. “Ben vengano dei luoghi per il commiato a disposizione di quanti vogliano optare per cerimonie laiche – spiega D’Alberto – personalmente ho formulato una interrogazione proprio per sollecitare una risposta di civiltà ai familiari di quei defunti che non ricevono celebrazioni cattoliche, ma si tratta di una materia delicata in cui è mancata totalmente l’accento politico”. Secondo D’Alberto infatti la legge fissava per il Comune un tempo di 120 giorni per adeguarsi alla normativa regionale per l’autorizzazione di case funerarie, ma l’amministrazione teramana sull’argomento si sarebbe dimostrata in grave ritardo, tanto che il regolamento è stato redatto dagli uffici senza la possibilità di ricevere il via libera dal Consiglio comunale visto che l’ultimo di questa legislatura si è concluso il 30 aprile. “Toccherà alla nuova amministrazione confrontarsi col nuovo regolamento di polizia mortuaria – spiega l’esponente della minoranza – e speriamo che ci sia una riflessione più puntuale su questo tema visto che oltre alla superficialità abbiamo registrato anche la totale assenza di confronto con gli operatori di pompe funebri direttamente interessati , poiché da loro gestite, dalla nascita delle strutture per il commiato”. Ritardi nei nuovi loculi frazionali ma anche inadempienze denuncia ancora l’esponente del Pd ch in tema di polizia mortuaria rileva come nella convenzione che il Comune stipulò nel 2006 con la Team si parlava di un impianto di cremazione rimasto sulla carta. “Resta da chiarire infine – conclude D’Alberto – una anomalia tutta teramana: i cittadini pagano un canone di concessione sui loculi che ha validità quarantennale, mentre la convenzione attribuisce alla municipalizzata una gestione di 15 anni. Perché costringere i cittadini a pagare un canone senza sanare questa difformità?”
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