TERAMO – Candidato centrosinistra parla da presidente Regione – "Metterò grande energia nei prossimi cinque anni, nei quali dedicherò guerra ai problemi dell’Abruzzo". Ha esordito così Luciano D’Alfonso, arrivato al comitato elettorale da neopresidente della Regione Abruzzo, visto il distacco ormai incolmabile con il presidente uscente Gianni Chiodi.Regionali: D’Alfonso, ora guerra a problemi Abruzzo. D’Alfonso si è precipitato a Pescara dopo aver aspettato il trionfante esito elettorale che lo vede quasi con venti punti di vantaggio a metà dello scrutinio sul rivale Chiodi in un convento di Leonessa dove è andato in ritiro spirituale. "Mi aspettavo questo risultato perché ho girato l’Abruzzo in ogni piazza e l’Abruzzo che vale mi ha risposto che vuole valere ancora di più", ha detto il neopresidente. "La prima cosa che farò quando entrerò in Regione sarà una lettera ai dirigenti per conoscere il deficit e i debiti della struttura amministrativa", ha detto Luciano D’Alfonso. D’Alfonso parla da presidente e spiega che ha vinto perché in campagna elettorale hanno dato "poca concretezza sui temi dei miei avversari, e ogni volta che trovavo rabbia mi accorgevo che avrei vinto per dare voce all’Abruzzo migliore".Ascoltato dai giornalisti sulla sconfitta, il governatore uscente Gianni Chiodi ha dichiarato: "Ha pesato sicuramente sulla sconfitta l’effetto Renzi, ma a pesare molto sono state le azioni giudiziarie alla vigilia del voto". Il riferimento del governatore è stato verso l’inchiesta sui rimborsi su cui ha aggiunto:"L’azione giudiziaria ha dato ai cittadini la percezione della sconfitta, dato che si dava per incerta anche la mia candidatura. Ha messo in discussione le nostre prospettive e ci ha creato difficoltà nel costruire la lista". "Resta il fatto che tutto ciò che ho cercato di fare e in gran parte sono riuscito a fare, è stato nell’interesse di ogni abruzzese, anche se non nell’interesse di ogni categoria, corporazione e gruppo di pressione". É un passaggio di una lettera indirizzata agli abruzzesi dal governatore uscente di centrodestra, Gianni Chiodi, battuto dal candidato del centrosinistra, Luciano D’Alfonso. "Per quanto mi riguarda – ha spiegato – sono profondamente grato a tutti gli abruzzesi per il privilegio e l’onore che mi hanno concesso: quello di essere il loro presidente per cinque anni e mezzo. Anni durissimi, tra catastrofi naturali, crisi economica, sanità da ricostruire, indebitamento gigantesco. Ma anche anni straordinari. Penso al G8, all’incontro con Obama, con il Papa Benedetto XVI". "È naturale questa sera provare una certa delusione – ha aggiunto – ma domani dovremo superarla e lavorare di nuovo insieme per far migliorare ancora la nostra Regione. Senza dubbio oggi c’è un Abruzzo per molti aspetti migliore, a cominciare dalla sanità. Abbiamo anche tentato di contrastare la crisi economica più grave mai registrata nel nostro Paese. Credetemi, non era possibile e non lo è per nessun governo regionale, perché l’economia oggi è globalizzata e non si risolve solo a livello locale". "Vedo che non è stato sufficiente ricordare che la medicina che abbiamo dovuto somministrare – magari è sembrata amara a qualcuno – era pur sempre la medicina che serviva per guarire. Dal 2015 la Regione Abruzzo inizierà a liberare ingenti risorse che prima erano assorbite dal rimborso di vecchi debiti. Diventerà, allora, una regione ‘quasi’ ricca e comunque molto più ricca di quella che abbiamo dovuto gestire noi. Se non siamo siamo riusciti a spiegare tutto questo, il demerito è mio, non vostro". "Continuerò a servire l’Abruzzo con un altro ruolo, ma con la stessa determinazione e il medesimo amore per la mia terra. Sarò sì il ‘Presidente emerito’ – un titolo che mi spetta e al quale tengo con tutto il mio cuore – ma sarò anche un baluardo affinché certe pratiche del passato non riemergano. Da Presidente emerito voglio dire a tutti gli abruzzesi che la crisi finirà, come tutte le crisi, che la Regione sarà più ricca e potrà meglio sostenere le politiche di sviluppo e sociali. Per questo chiedo agli abruzzesi di non perdere la speranza".
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