TERAMO – Si sono avvalsi della facolta’ di non rispondere alle domande dei magistrati due dei cinque arrestati nell’ambito della nuova inchiesta della Procura aquilana su presunte tangenti nella ricostruzione di alcune chiese e beni di proprieta’ della Curia arcivescovile. In particolare, a fare scena muta dinanzi al gip sono stati l’imprenditore Nunzio Massimo Vinci e la dirigente regionale del Mibac Alessandra Mancinelli, entrambi finiti in un video che secondo gli investigatori rappresenta la prova della consegna di una mazzetta da 10 mila euro quale anticipo di una tangente da 190 mila euro, l’1 per cento dei 19 milioni di euro dell’appalto per il recupero e il consolidamento della chiesa di Santa Maria Paganica. L’appalto sarebbe dovuto andare a due imprenditori finiti agli arresti: lo stesso Vinci e Patrizio Cricchi. L’inchiesta, portata avanti dalla polizia e dalla finanza e coordinata dai pm Antonietta Picardi e David Mancini, mira ad accertare altre presunte dazioni di denaro per favorire imprese nella ricostruzione di altre chiese. In particolare ci sarebbero stati presunti accordi tra le parti in relazione anche nell’assegnazione in subappalto di altri lavori di beni sempre di proprieta’ della Curia. Oltre ai cinque arrestati nell’inchiesta denominata "Betrayal, ci sono sedici indagati.
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