TERAMO – Da lunedì 14 luglio prende il via un vasto intervento di rifacimento degli asfalti che partirà dalle frazioni per poi proseguire in centro. La somma deliberata per i lavori, che si concluderanno a fine agosto, ammonta a 190 mila euro. Gli interventi di ripavimentazione stradale verranno eseguiti inizialmente a Piano della Lenta, Villa Falchini, e Villa Vomano per poi proseguire a Teramo in via Fonte Regina, via Pepe, i viali dei Tigli, viale Crucioli e infine la tanto attesa piazza Garibaldi. “Siamo voluti partire dopo l’estate – ha spiegato l’assessore alle manutenzioni Di Stefano – proprio per evitare le facili strumentalizzazioni di chi ci avrebbe accusato di realizzare asfalti pre-elettorali. Gli ultimi cinque anni sono stati anni di sofferenza in cui ho dovuti incassare le critiche e le segnalazioni per le condizioni rovinose di molte strade cittadine, e l’amministrazione ha voluto concentrare i suoi sforzi sulla riqualificazione dei plessi scolastici su cui è stato fatto un ottimo lavoro grazie ai tanti fondi intercettati. Adesso però la priorità va data alle manutenzioni e ho tutta la determinazione a incidere su questa scelta”. Tuttavia nell’impossibilità di accendere nuovi mutui, e di ricorrere sempre alla Bucalossi, l’assessore Di Stefano ha messo a punto un piano per intercettare fondi risparmiando. Come? L’idea è quella di creare una figura di coordinamento delle manutenzioni. Il problema, per Di Stefano, nasce dal fatto che nel 5° Settore (Lavori pubblici) ogni sezione (Strade, edilizia pubblica, verde e illuminazione), ha una figura di riferimento e le squadre di operai del comune vengono strattonate e contese da una sezione all’altra senza una pianificazione unitaria. “Capita ad esempio che un settore disponga l’utilizzo di un cestello per le potature – spiega Di Stefano – che nel frattempo è impegnato a riparare la pubblica illuminazione”. Da qui l’idea di creare un’unica figura di raccordo a cui faranno capo le squadre di operai del Comune. Questa soluzione, al di là dell’ottimizzazione del lavoro, permetterebbe di evitare il ricorso alle ditte esterne chiamate per i disguidi che si creano dalle sovrapposizioni, e dunque di reinvestire i soldi risparmiati nelle manutenzioni a carico del Comune.
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