TERAMO – “L’Urp non c’entra con lo staff del sindaco”. Dure polemiche solleva il gruppo di minoranza del Pd sulla conferma di Annalisa Di Giammarino alla guida dell’Urp che il sindaco Brucchi ha approvato contestualmente al rinnovo del suo staff composto da Vinicio Ciarroni, Cinzia Baldini, Alessandro Milotti. Si tratta di nomine fiduciare dall’articolo 90 del Testo Unico degli enti locali sulle quali l’opposizione solleva forti perplessita in tema di trasparenza (“perchè i decreti sindacali sono sottratti alla pubblicazione sull’albo pretorio on line del Comune?") e di opportunità rispetto all’Ufficio relazioni con il pubblico. “E’ inaccettabile – si legge nel comunicato del Pd – l’utilizzo della nomina senza la minima garanzia di una forma di selezione ad evidenza pubblica, per la copertura di un posto da collaboratore all’Urp fino alla scadenza del mandato elettivo. L’URP non può essere concepito come struttura alle dirette dipendenze dell’organo politico di vertice, ma deve essere un ufficio a servizio dell’ente e, per esso, di tutta la comunità. Lo stesso Regolamento del Comune –prosegue il Pd – non include tra gli uffici alle dirette dipendenze del sindaco l’Urp. Il sindaco non può arrogarsi la scelta del collaboratorw poichè una cosa è l’individuazione, altra cosa è la disciplina delle modalità di accesso all’Ufficio che risponde ai principi generali, primo fra tutti quello sancito dall’articolo 97 della Costituzione ai sensi del quale “agli impieghi nelle pubbliche amministrazioni si accede mediante concorso”, a tutela dell’ imparzialità e del buon andamento dell’attività amministrativa e soprattutto del merito e dell’uguaglianza delle opportunità”. Il Pd ritiene sia ingiusto impedire a molti giovani di poter concorrere “alla pari” e sulla base di criteri puramente meritocratici per l’accesso all’Urp e ritiene inopportune la scelta da parte del primo cittadino di nominare come collaboratrice una persona già nominata in passato e candidata nelle recenti elezioni proprio nella lista civica del Sindaco. “Non è in discussione le capacità e il valore di Annalisa Di Giammarino – prosegue il Pd – ma si critica fortemente un metodo che denota come l’interesse pubblico continui ad essere confuso con gli interessi politici di parte”. “Il governo si distingue dal comando – conclude il Pd – proprio perché tutti gli atti, anche quelli di natura prettamente politica, devono rispondere ai principi indefettibili di ogni democrazia, tra i quali, su tutti, la trasparenza e la pubblicità dell’azione amministrativa e l’uguaglianza sostanziale dei cittadini di fronte a chi pro tempore esercita il loro potere”.
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