TERAMO – L’Università di Teramo ancora una volta conquista la piazza d’onore nell’annuale classifica del Censis sui migliori atenei italiani. Secondo posto dunque per l’UniTe che, con un punteggio di 85,6, conferma l’ottimo piazzamento dello scorso anno nella graduatoria dei piccoli atenei statali (quelli cioè con meno di 10mila iscritti). Meglio di Teramo fa solo Camerino (95.8 punti), mentre tra le 12 piccole realtà universitarie prese in esame l’ateneo abruzzese supera di poco quello della Basilicata (terzo con un punteggio di 84.8) e la Tuscia (84.4).
UNITE PRIMA PER LE STRUTTURE – Tra le cinque macrocategorie prese in esame (l’anno di riferimento è il 2012/2013), l’UniTe è addirittura prima in assoluto – 110 il punteggio complessivo – negli indicatori relativi alle strutture che tengono conto del numero di posti nelle aule, nelle biblioteche e nei laboratori in rapporto agli iscritti. Bene anche il parametro dell’internazionalizzazione (87 punti) che tiene conto degli studenti stranieri iscritti, di quelli che hanno frequentato periodi di studio in un altro paese e delle risorse messe a disposizione per la mobilità internazionale. Punteggi invece nella media sia per il sito web (80 assegnati in base alla funzionalità e ai contenuti) e per la spesa a favore del diritto allo studio (81). Decisamente da migliorare infine la performance sui servizi: Teramo è infatti penultima su 12 piccoli atenei (70 punti) su quest’indicatore calcolato sulla base del numero dei pasti erogati e sul numero di posti e contributi per l’alloggio agli iscritti residenti fuori Regione. Evidentemente soddisfatto il rettore Luciano D’Amico per il risultato che arriva dopo il balzo in avanti di ben 17 posti (dal 55esimo al 38esimo posto) nell’altra graduatoria nazionale, quella del Sole 24 Ore, pubblicata poco più di un mese fa. “L’internazionalizzazione si conferma tra i nostri i punti d’eccellenza – ha ricordato stamattina in conferenza stampa – quest’anno abbiamo ricevuto dall’Unione Europea 195mila euro per la mobilità dei nostri studenti Erasmus. A queste risorse va aggiunto il contributo che noi diamo e che viene raddoppiato nel caso di borse-lavoro svolte all’estero”.
RICONOSCIMENTO INTERNAZIONALE PER BIOSCIENZE – Altro riconoscimento importante per l’università teramana è quello che arriva dall’accreditamento europeo Equas –Food Award (European Quality Assurance for Food Studies Programme) per i corsi di laurea e laurea magistrale in Scienze e Tecnologie Alimentare della facoltà di Bioscienze e Tecnologie Alimentari. Lo schema, redatto dall’Organismo di valutazione europeo, è in sintesi uno standard di qualità che tiene conto di 5 parametri del percorso formativo (sicurezza e microbiologia alimentare, chimica degli alimenti e analisi chimiche, tecnologia e ingegneria alimentare, gestione della qualità e legislazione, competenze generali). La verifica è stata effettuata da un gruppo di valutazione che – tramite l’analisi della documentazione, un’ispezione sulle strutture, e interviste a docenti e studenti – ha verificato una conformità al 100% dei 2 corsi in riferimento “ai requisiti formativi che garantiscono piena soddisfazione dei fabbisogni professionali in un contesto internazionale”. Il ‘bollino’ di qualità Equas sarà dunque presente anche sui certificati di laurea degli studenti. “Sarà un ‘plus’ importante per i nostri laureati, spendibile in Europa e in ambiti internazionali”, è il commento del preside di facoltà Dario Compagnone che stamattina ha presentato alla stampa la certificazione insieme al rettore, al prorettore vicario (ed ex preside di Agraria Dino Mastrocola) e ai due presidenti dei corsi di laurea, Antonello Paparella e Paola Pittia. Lo stesso Compagnone ha illustrato alcuni dei risultati raggiunti dalla facoltà teramana, su tutti: quelli sul gradimento degli studenti (“Il 100% dei nostri studenti ha dichiarato che si riscriverebbe allo stesso corso di laurea, oltre il 97% è contento del proprio corso di laurea”), quelli sull’occupazione (per Almalaurea il 55% dei laureati triennali in Bioscienze a Teramo trova lavoro dopo un anno, contro il 44% della media nazionale) e sulle immatricolazioni, salite quest’anno dell’82%.