TERAMO – Alla scadenza, fissata ieri alle 13, per inviare le candidature per il Cda della Team e il collegio sindacale, nulla è dato sapere sui nomi che si sono fatti avanti. Bocche cucite su chi ha avanzato la candidatura (sono 39 le domande per presidenza e Cda, 19 per il Collegio sindacale) ma quel che è certo è che ci sono dei passi indietro “eccellenti” tra i favoriti. Forte e chiara è arrivata la smentita di Enrico Mazzarelli, in pole position nel toto-presidente che ha dichiarato: «Non ho presentato il curriculum». Dunque non sarà l’ex segretario generale della Regione a guidare la municipalizzata per i prossimi tre anni. Un fatto che trova conferma anche nell’indicazione della Lista civica di riferimento di Di Dalmazio, a cui Mazzarelli è riconducibile, che per la presidenza Team ha dettato una sua linea: “Non un esponente proveniente dalla poltica, ma una figura tecnica fuori dalle logiche di potere”. E se è vero che la presidenza è data in seno alla Lista Civica dell’assessore di Dalmazio che vanterebbe “crediti” dopo la composizione della Giunta, desta scalpore anche il passo indietro di Serafino Impaloni, uomo riconducibile alla Civica. Anche lui non ha presentato la sua candidatura. Ha presentato invece il curriculum Marco Bacchion, appena nominato amministratore unico della Gran Sasso teramano e indicato anch’egli tra i “papabili” poiché ritenuto al sicuro dalla legge anticorruzione che vieta l’accumulo di cariche per esponenti di recente incarico politico. “Non ritengo sia appannaggio della stampa” ha invece dichiarato Ermanno Ruscitti, il presidente del Mote anch’egli dato tra i ‘papabili’, che non ha voluto svelare se abbia deciso o meno di correre per la carica di presidente.
Il sindaco assicura: “Sarà una nomina tendenzialmente tecnica". A mettere fine al valzer di ipotesi sarà il sindaco Maurizio Brucchi. Da Memmingen, dove ha diretto come di consueto l’orchestra locale (forse più facilmente di come deve dirigere la sua nuova giunta), fa sapere che la nomina sarà «condivisa con le forze politiche», ma ancor più fermamente asserisce che «tendenzialmente sarà più tecnica che politica». Soprattuto perché la Teramo ambiente dei prossimi mesi sarà chiamata a gestire quel passeggio verso il nuovo modello indicato dal premier Renzi di privatizzazione nelle partecipate ancora da definire e ancor più per questo la politica ne dovrà restare fuori. Cosa ne diranno i componenti della "fazione Di Dalmazio", ovvero la lista civica "Al centro per Teramo"? Il sindaco si dice tranquillo, non solo per aver già incontrato Di Dalmazio e sil suo capogruppo Angelo Puglia prima di partire, e aggiunge: «Chiunque all’interno e all’esterno della maggioranza – ha spiegato – vuole seminare zizzania nella mia squadra ha sbagliato via, numero e casa. Perché sarebbero gli elettori, chi ci ha votato, a bocciare questo atteggiamento. Nella mia maggioranza – ha concluso Brucchi – chi antepone la propria persona agli interessi della città non solo cozza con la mia impostazione ma è fuori da tutto».