TERAMO – Acque “fortemente inquinate” alla foce del Cerrano a Silvi Marina, del torrente Calvano a Pineto e a Giulianova alla foce del canale sulla spiaggia a nord del porto. Inquinanti entro i limiti di legge solo a Pineto, alla spiaggia di fronte via Liguria. Bollettino amaro, amarissimo, anche per la provincia di Teramo quello consegnato oggi da Legambiente che questa mattina ha presentato a Pescara i risultati per l’Abruzzo della campagna nazionale ‘Goletta Verde’ sul monitoraggio dello stato di salute delle coste e delle acque italiane. Sui nove campioni rilevati nei giorni scorsi, sono ben otto quelli giudicati “fortemente inquinati” per la presenza di scarichi non trattati adeguatamente con una carica batterica che superava di almeno il doppio i valori consentiti dalla normativa vigente.
I RISULTATI – L’unico campionamento nella norma è appunto quello eseguito a Pineto. “Fortemente inquinati” invece tutti gli altri: oltre ai tre già citati nel Teramano, malissimo anche i dati per Vasto (foce del fosso Marino, in località Marina), Torino di Sangro (foce del fosso del Diavolo) e Fossacesia (foce del fosso San Giovanni in località San Giovanni in Venere). A Pescara due i campionamenti “fuorilegge”: alla foce del fosso Vallelunga, in località San Silvestro, e per il prelievo in mare a Pescara Marina, sul Lungomare Matteotti, altezza via Balilla. I prelievi e le analisi di Goletta Verde sono stati eseguiti dal laboratorio mobile di Legambiente il 24 e 25 luglio scorso. I parametri indagati sono microbiologici (enterococchi intestinali, Escherichia coli) e sono considerati come “inquinati” i risultati che superano i valori limite previsti dalla normativa sulle acque di balneazione vigente in Italia e “fortemente inquinati” quelli che superano di più del doppio gli stessi valori. “I giorni che hanno preceduto i campionamenti – precisa Legambiente – sono stati caratterizzati da pioggia e questo può avere influito sulla qualità delle acque campionate. Le condizioni meteorologiche non possono però essere un alibi al quale appellarsi per nascondere ben altre responsabilità”.
MALE LA DEPURAZIONE – I risultati di Goletta Verde sul fronte dell’inefficienza depurativa della regione sono inoltre confermati anche dai dati del censimento Istat delle acque per uso civile (riferiti all’anno 2012) secondo i quali confluiscono in impianti di depurazione (secondari o avanzati) soltanto il 58,6% dei carichi urbani complessivi. Inoltre, proprio alla vigilia della stagione balneare l’Unione Europea ha nuovamente avviato una procedura di infrazione ai danni dell’Italia per il mancato rispetto della direttiva comunitaria sul trattamento delle acque reflue urbane – dopo già due condanne a carico del nostro Paese – che coinvolge 46 agglomerati urbani abruzzesi per i quali non è stato dimostrato che tutto il carico generato riceve un adeguato trattamento secondario o addirittura non risultano impianti costruiti.
"LA REGIONE INVESTA SULLA DEPURAZIONE" – “Da anni ribadiamo la necessità di affrontare il grave problema della depurazione. Ciò non è ancora avvenuto e oggi riscontriamo addirittura un aumento dei punti critici, alle foci dei fiumi e dei torrenti – ha dichiarato stamattina Giuseppe Di Marco, presidente di Legambiente Abruzzo -. E’ evidente il ruolo di cartina di tornasole dei corsi d’acqua che evidenziano problemi che sono non solo sulla costa ma anche a monte, a causa di depuratori non funzionanti e scarichi illegali, che in ogni caso “consegnano” il loro apporto inquinante ai nostri mari". "Affrontare la situazione della depurazione – ha aggiunto – in questa regione deve essere la priorità nell’agenda politica. Anche perché i soldi ci sono. Per salvare i nostri fiumi, il nostro mare e le nostre coste, e la stessa economia abruzzese, la Regione investa seriamente su questo aspetto”. Oltre a Di Marco, questa mattina sono intervenuti alla conferenza stampa di presentazione dei dati di Goletta Verde anche la direttrice generale di Legambiente Rosella Muroni e il sottosegretario Giovanni Legnini che ha assicurato impegni concreti e risorse non solo per affrontare il tema della depurazione, ma anche per l’istituzione del Parco della Costa Teatina, considerato funzionale all’opposizione alle attività estrattive.