TERAMO – Rettorato di viale Crucioli: è arrivato il momento di dismetterlo per dargli un futuro e con esso ripensare totalmente i grandi patrimoni monumentali della città da riqualificare per riconsegnare a Teramo una vocazione da darsi. E’ la visione del magnifico rettore Luciano D’Amico che dopo aver ripensato le prospettive dell’ateneo nel segno della riconciliazione con il tessuto urbano, guarda adesso al futuro del luogo che nella memoria resta tuttora il simbolo dell’Università di Teramo, ovvero quel rettorato rimasto ormai deserto e consegnato all’incuria del tempo che avanza. Due plessi rimasti ora abbandonati nel cuore della città per complessivi 9mila metri quadrati per un valore che si aggira sui 10milioni di euro oltre al parco interno e l’area riservata ai parcheggi. Impossibile per le casse dell’ateneo mettere a norma e restaurare un immobile di tali dimensioni, oltre che inopportuno per il rettore D’Amico che ha concentrato le attività universitarie nel campus di Coste Sant’Agostino. “La dismissione è l’unica strada da percorrere per poter iniziare a valutare progetti di recupero che possono essere quelli di un’area residenziale, direzionale o di uso pubblico. Qualsiasi sia la destinazione d’uso che emergerà – ha dichiarato il rettore – l’Università ha chiaro in mente l’intento di riconsegnare alla città un’area riqualificata: l’obiettivo non è monetizzare, ma concorrere alla riqualificazione della città attraverso il ripensamento di un luogo che possa avere uno sbocco culturale, di servizi, produttivo”. Certo è che un’area di 9mila metri quadrati è uno sforzo ambizioso per un privato, ma se quest’area fosse messa a disposizione di un pacchetto patrimoniale da riqualificare che comprendesse l’ex manicomio, il Regina Margherita,e l’ospedaletto con l’intervento della Cassa Depositi e Prestititi, la prospettiva, e il tipo di risposta alle emergenze architettoniche della città sarebbe diversa. Ed è su questa lunghezza d’onda che sono sintonizzati il rettore D’Amico, ma anche il sindaco Maurizio Brucchi, che proprio nella recente visita del governatore Luciano D’Alfonso ha messo sul tavolo queste priorità ma anche il filo conduttore di una progettualità complessiva che lega insieme i tasselli di un patrimonio monumentale da riqualificare, ripensare e restituire alla città. “Noi vogliamo fare la nostra parte – ha dichiarato il rettore -. Faremo gioco di squadra con i nostri partner istituzionali e offriremo il nostro contributo per stimolare un ripensamento della città”.
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