TERAMO – Collaborazione fra medici ospedalieri e del territorio, con una ristrutturazione radicale del percorso per il paziente, e un nuovo assetto istituzionale con due Asl (Teramo-L’Aquila-Avezzano-Sulmona e Pescara-Chieti-Lanciano-Vasto), un maggior controllo del privato accreditato ed un corretto equilibrio fra ospedali ed università: sono questi i punti principali del documento, elaborato dal Consiglio dell’Anaao Assomed (l’associazione dei medici dirigenti d’Abruzzo), consegnato al presidente della Regione Luciano D’Alfonso, alla giunta e al consiglio regionale. Secondo l’Anaao Abruzzo, alla rete di base e distrettuale (ambulatori e unità di cure complesse primarie previste dalla legge Balduzzi) dovrebbero essere affiancate tre tipologie di strutture ospedaliere: ospedali di primo livello, piccole strutture da realizzarsi anche tramite la riconversione di sedi già esistenti; ospedali di medie dimensioni di secondo livello (da 120 a 250 posti letto) dedicati alle urgenze/emergenze, alla terapia intensiva, alla chirurgia generale e alla medicina interna; ospedali di terzo livello per l’alta specialità (400-700 posti letto). “In Abruzzo – ha spiegato questa mattina in conferenza stampa a Pescara il segretario regionale dell’Anaao Assomed Abruzzo, Filippo Gianfelice – potremmo prevedere cinque-sette ospedali di secondo livello. Questo dipende dalla possibilità di realizzare anche nuovi ospedali prevedendone per esempio uno nell’area Lanciano-Vasto, e uno nell’area Avezzano-Sulmona. Sono invece da considerare ospedali di terzo livello i quattro presidi localizzati in corrispondenza dei quattro capoluoghi). Per alcuni settori (trapianti, malattie rare) sarebbe necessario anche sviluppare integrazioni inter-regionali”.
Sulla riorganizzazione delle Asl, il modello alternativo a quello dell’azienda unica è la suddivisione in due macro aree o aree vaste: una con le attuali Asl di Teramo e L’Aquila-Avezzano-Sulmona e l’altra per le Asl di Pescara e Chieti Vasto-Lanciano. Le due aree vaste rappresenterebbero le due Asl d’Abruzzo con ciascuna una propria Direzione generale, amministrativa e sanitaria. “In ciascuna di esse – continua Gianfelice – sarebbe eventualmente possibile inserire le due Aziende Universitarie. Questo permetterebbe di risolvere il problema dei due ospedali di Pescara e Chieti, vicini nello spazio ma separati e con doppioni nei fatti, favorendo una distribuzione equa e chiarificatrice che porterebbe, nel tempo, verso un equilibrio fra vocazione universitaria e vocazione territoriale, così come si realizzerebbe anche fra L’Aquila e Teramo». Per quanto il rapporto con il privato accreditato e la crescita esponenziale dei livelli di spesa per beni e servizi, per manutenzioni e per appalti esterni (nel 2013 sono stati spesi circa 530 milioni di euro per beni e servizi in Abruzzo, con un incremento del 5 % rispetto all’anno precedente), l’Anaao continua a proporre una riorganizzazione che definisca in anticipo i tetti di spesa e miri effettivamente a ridurre gli sprechi. Maggiore attenzione viene infine chiesta nel documento anche al problema della contrattazione riguardante il personale medico e la collaborazione con l’Università.