TERAMO – I Comuni abruzzesi non facciano scelte sulle tasse locali senza prima ascoltare le imprese. A lanciare il monito alle amministrazioni locali è la Cna regionale che si dice preoccupata per le prime indiscrezioni sulle decisioni in materia di Tasi, Tari e Imu “Tasse che, unite agli altri balzelli nazionali, portano la pressione fiscale totale a carico delle imprese abruzzesi, a superare la percentuale record del 60%, come confermato da una recente elaborazione dell’Osservatorio nazionale della Cna sulla tassazione delle piccole imprese”. Ai Comuni abruzzesi, l’associazione presieduta da Italo Lupo chiede dunque una svolta soprattutto nel metodo: “Basta con decisioni assunte nel chiuso delle stanze – afferma la Cna – senza guardarsi attorno. E senza valutare la condizione di crisi gravissima vissuta da imprese e famiglie, soprattutto in una terra come questa, segnata da una crisi più grave del resto d’Italia”. Di qui l’appello ad “essere sentiti, almeno nei principali centri della regione, assieme ai rappresentanti delle altre associazioni di impresa, prima che le amministrazioni mettano “nero su bianco” percentuali e aliquote riguardanti la tassazione alle imprese”. In particolare, la Cna abruzzese, si dice preoccupata per le indiscrezioni relative all’applicazione delle aliquote massime sulla nuova tassa sui servizi indivisibili (Tasi) che sarà praticata dai grandi Comuni della regione, tra cui Pescara, che pure prefigura possibili sconti sull’applicazione della tassa sui rifiuti, ma anche dell’assenza di segnali positivi sulla tassazione degli immobili destinati ad attività produttive attraverso l’Imu. A detta della confederazione artigiana, la sola ricetta – dolorosa ma necessaria – per assicurare alle amministrazioni locali il gettito necessario per favorire il funzionamento dei servizi, “resta quella della riduzione dei costi e del taglio delle spese improduttive, a cominciare da quelle della politica D’altra parte, qualche esempio “virtuoso” anche in Abruzzo esiste, come quello del piccolo comune di Pescina, che non applicherà per il 2014 la Tasi ai propri cittadini, proprio in ragione della capacità di risparmiare: un esempio cui possono ispirarsi, ne siamo certi, anche i più grandi centri della regione”.
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