VASTO – Non sarà facile determinare le cause della morte del corpo rintracciato ieri sotto il viadotto della A14 e che gli inquirenti sembrano certi appartenere alla 35enne Eleonora Gizzi, la maestra scomparsa da casa lo scorso marzo. L’anatomopatologo incaricato dell’autopsia dalla procura di Vasto, Cristian D’Ovidio, ha già potuto fare una ricognizione sommaria del cadavere, che è ormai ridotto in gran parte ad uno scheletro: la difficoltà nel capire le cause, specie se naturali, del decesso, risiede proprio nelle condizioni dei resti. Oggi intanto si effettueranno i prelievi per il dna. Il corpo è stato ritrovato in parte avvolto nei cartoni, come se la donna si volesse proteggere dal freddo, e in posizione fetale, come se cercasse calore. Gli stivaletti lasciati in un angolo fanno invece ipotizzare una situazione di sonno: non è quindi da escludere che, se fosse veramente Eleonora, possa essere stata colta da un malore nel sonno. Ma spiegare con certezza quali siano le cause della morte, prima di un attento esame autoptico, è difficile e forse, come trapela, neanche l’autopsia scioglierà definitivamente i dubbi, specie se le cause della morte possano risiedere in quegli organi ormai spariti.
Allontanamento volontario? Questo ritrovamento fa pensare quindi non solo ad un allontanamento volontario di Eleonora, ma anche ad una precisa scelta da parte della maestra di volersi isolare e forse ‘nascondere’ sotto al cavalcavia. Un mucchio scuro, in un angolo remoto, impossibile da vedere da lontano. Per rintracciare i resti del cadavere bisognava proprio andare vicino, tant’è che il tecnico della autostrada che ha scoperto il cadavere mummificato in un primo tempo neanche si era reso conto di trovarsi di fronte ad un cadavere. Talmente remoto il luogo che neanche i miasmi della decomposizione hanno successivamente indicato che lì ci fosse un morto. Così i testimoni oculari raccontano la scena del ritrovamento di quello che con tutta probabilità è il corpo della 35enne maestra. Intorno ai resti avvolti nel cartone ci sono tracce di alimenti e segni di una permanenza volontaria. Le gambe del corpo sono in parte mummificate, mentre il resto, cranio compreso, è ormai uno scheletro.