TERAMO – Il giudice aquilano che valuta la controversia civile tra gli ex amministratori della Banca Tercas e il commissario nominato da Bankitalia, ritiene che la banca nella sua azione di responsabilità debba coinvolgere anche i funzionari che parteciparano all’istruzione delle pratiche di concessione di fidi poi diventati inesigibili. Il riferimento è contenuto nella sentenza depositata una decina di giorni fa con cui il giudice ha confermato il sequestro dei beni mobili e immobili degli ex componenti del Cda di Tercas e respinto la stessa richiesta avanzata – sempre dal commissario Sora – contro i componenti dei due collegi sindacali che si sono succeduti negli anni.
Sequestro con lo ‘sconto’. E’ in sostanza il motivo per cui lo stesso giudice Roberto Ferrari ha deciso di apportare una riduzione alla somma provvisionale da sequestrare agli ex Cda, un terzo in meno, fino a circa 15 milioni di euro ciascuno in totale. Nella motivazione, oltre a sottolineare che l’istituto di credito danneggiato potrà ammortizzare l’ammanco economico con il ricorso alle polizze assicurative, il giudice sostiene che un ‘concorso’ nel risarcimento potrebbe essere avanzato anche nei confronti dei funzionari della banca di corso San Giorgio che in quel periodo lavorarono a quella pratiche, su incarico dello stesso direttore generale Antonio Di Matteo e a scalare nella gerarchia dirigenziale.