Confesercenti, in Abruzzo chiusi 800 negozi in otto mesi

TERAMO – Ottocento negozi chiusi in Abruzzo nei primi otto mesi dell’anno. appena 386 le nuove aperture, con un saldo negativo che supera le 480 unità. Bilancio pesante per il comparto terziario abruzzese secondo gli ultimi dati dell’osservatorio di Confesercenti. La crisi continua dunque a colpire i settori del turismo e del commercio abruzzesi: a pagare il prezzo più alto secondo l’associazione di categoria sono l’abbigliamento e calzature (-104 negozi) e gli agenti di commercio (- 47 unità), ma la vera novità della rilevazione è il crollo della ristorazione, settore tra i più vitali fino a pochi mesi fa.  Il saldo fra aperture e chiusure è infatti negativo in tutto l’Abruzzo: – 99 ristoranti, – 97 bar e -20 strutture ricettive.

BENE ATTIVITA’ ON LINE E START UP – Le uniche note positive che emergono dall’indagine riguardano le attività online (+11 attività) e gli ambulanti (+51). Bene anche le start up: in Abruzzo sta resistendo il 61,9% delle nuove imprese aperte nel 2010, contro una media nazionale del 59,9%. Il dato si rafforza analizzando le imprese nate nel 2011, con il 69,1% delle nuove aziende abruzzesi ancora in funzione contro la media italiana del 68%. "I numeri dicono senza appello che non c’è alcuna inversione di tendenza fra le imprese – sottolinea Enzo Giammarino, direttore regionale della Confesercenti – e che la crisi morde in maniera drammatica. Per mesi abbiamo assistito a un boom di nuove aperture soprattutto nei settori bar e ristorazione, dove molti giovani si rifugiavano per la mancanza di lavoro. Oggi questo fenomeno sembra arginato, anche se i numeri dicono che le startup in Abruzzo sono più solide che altrove".

"LA REGIONE TAGLI I COSTI E INVESTA SUL TURISMO" – Di qui l’invito alle istituzioni a "riflettere in maniera strutturale sulla realtà economica: il principale costo delle imprese è oggi lo Stato che attraverso le sue articolazioni mangia il 60 per cento del lavoro di un imprenditore. La cura dimagrante deve coinvolgere la Regione e gli enti locali con una sostanziosa riduzione del numero di dirigenti, primari e direttori generali e attraverso un poderoso snellimento della burocrazia con i costi che si porta dietro". Giammarino chiede inoltre alla Regione "un’azione straordinaria di sostegno al credito alle imprese, specie alla luce delle ultime notizie provenienti dal mondo bancario locale. In attesa di rigenerare una domanda interna senza più fiato, bisogna poi investire nei nuovi mercati, scegliendo finalmente il turismo come nuova attrattiva di investimenti, connettere le reti d’impresa, assumere decisioni". Su quest’ultimo fronte, la richiesta è l’istituzione di una conferenza regionale sul turismo e il lancio di un’azione forte a sostegno dei prodotti di punta come la neve in vista della stagione invernale e, infine, la revisione della legge 77 del 2000 che agevola gli investimenti nel settore da parte degli operatori.