TERAMO – Le piccole imprese teramane tornano all’attacco contro la Ruzzo Reti per la mancata certificazione dei circa 20 milioni di debiti accumulati dalla società acquedottistica nei confronti delle aziende fornitrici. L’accusa dell’Api (Associazioni Piccole Imprese) e dell’Aniem (Collegio Costruttori Edili e Affini) di Teramo è sempre la stessa, e cioè le inadempienze sul monitoraggio dei debiti della pubblica amministrazione e la cessione dei crediti certificati in base alla normativa. L’azienda infatti non ha ancora effettuato – nonostante le ormai tante richieste dell’Api (l’ultima inviata ieri al presidente Forlini e ai sindaci teramani) – la registrazione alla piattaforma elettronica della Ragioneria dello Stato per la certificazione dei crediti che consente ai privati di chiedere l’attestazione dei crediti e “tracciarli” con operazioni di cessione a intermediari finanziari, anticipazione o compensandoli con altri debiti. In pratica un sistema per sbloccare i pagamenti e permettere alle imprese di recuperare i loro crediti senza rischio di insoluto grazie alla garanzia dello Stato. “E’ nostro interesse – scrive il presidente dell’Api Teramo, Alfonso Marcozzi – dare risposta alle diverse aziende associate che vorrebbero richiedere la certificazione del proprio credito, approfittando della garanzia statale prorogata al 31 ottobre, ma la Ruzzo Reti non è registrata sulla piattaforma ministeriale. Alcune, inoltre, nonostante la mancata registrazione della società hanno provveduto ugualmente alla richiesta di certificazione”. “Com’è possibile che un ente analogo, il Consorzio Acquedottistico Marsicano – si domanda il rappresentante delle imprese teramane – abbia attivato la procedura e rilascia le certificazioni mentre il Ruzzo resta ancora al palo in attesa di cosa?” L’associazione delle piccole imprese ricorda poi che, il 18 luglio scorso, il presidente Forlini aveva assicurato che avrebbe comunque chiesto l’iscrizione alla piattaforma nonostante alcuni dubbi sollevati dai funzionari della Cassa Depositi e Prestiti. “A distanza di due mesi – chiede ancora Marcozzi – è stata mai attivata la procedura?”. E, ancora, “il ministero dell’Economia e delle Finanze ha dato risposta in merito o ci sono problemi per la certificazione dei crediti?” “Questa situazione kafkiana – conclude il presidente – è assurda quanto imbarazzante, o qualcuno ha sbagliato ad accreditare il Consorzio Marsicano o anche la Ruzzo Reti rientra di diritto tra i soggetti legittimati a certificare i crediti tramite piattaforma MEF. Abbiamo il diritto di sapere”.
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