CHIETI – Raffaele Bonanni, quando ancora era in carica come segretario nazionale della Cisl, è finito nel mirino di presunti attentatori. L’episodio nella notte tra il 20 e il 21 marzo scorso quando al 112 arrivò una telefonata: «A Francavilla al Mare – diceva l’uomo al telefono – dove abita Bonanni ‘il politico’, c’è un involucro strano, sembra un ordigno, una bomba. Se potete mandare qualcuno…». La chiamata partì da una cabina telefonica del centro costiero abruzzese. L’obiettivo era l’abitazione utilizzata nella cittadina da Raffaele Bonanni. Oggi tre arresti, tra cui il presunto autore della telefonata. L’ordigno si è poi rivelato essere un contenitore di plastica tenuto insieme con nastro adesivo isolante con bulloni e fili elettrici con nessuna carica esplosiva dentro. In manette sono finiti Davide Nunziato, di Francavilla al Mare, la ‘voce’ al telefono, la moglie, Valeria Di Stefano, e Donato Colasante, di Guardiagrele. Nei confronti di Nunziato e Colasante le accuse sono quelle di minaccia aggravata da finalità di eversione dell’ordine democratico, invece la donna è accusata di falso, cessione di stupefacenti, e violazione della normativa in materia di armi. A Colasante (21 anni) il provvedimento è stato notificato in carcere dove si trovava per altri motivi; Nunziato (32 anni) è stato invece condotto in carcere e la moglie (30 anni), che ha una figlia in tenera età, è stata posta ai domiciliari. Ad eseguire gli arresti la Squadra Mobile di Chieti.
L’indagine. L’indagine è coordinata dalla Procura distrettuale dell’Aquila, procuratore Fausto Cardella, e sostituto Antonietta Picardi. Giuseppe Romano Gargarella il Gip che ha firmato. Nunziato al telefono si era fatto passare per Carmine Di Pietro. «C’è un ordigno, non lo so, una cosa strana vicino al cancello», disse ai carabinieri. «Sì il cancelletto lì, grigio, un cancellettino, c’è questa busta. Io non tocco perché ho paura». La telefonata è stata fatta ascoltare a un militare profondo conoscitore del territorio che ha permesso di risalire a Nunziato. L’uomo era già conosciuto dagli uomini della Mobile di Chieti. Nel gennaio 2013 in un’operazione congiunta con i carabinieri, lo avevano arrestato perché trovato in possesso di alcune pistole e di una mitraglietta Skorpion. A luglio di quest’anno in una perquisizione gli hanno trovato due pistole, un fucile e numerose munizioni. Indagando su di lui gli investigatori hanno ricostruito l’accaduto scoprendo che Nunziato era stato aiutato da Colasante, giovane pregiudicato del posto, con una passione non comune per le armi e per la costruzione di ordigni artigianali, di cui sono state trovate le istruzioni nel suo pc.
Ce l’avevano con Bonanni. Gli inquirenti definiscono "ossessiva" l’attenzione dei tre verso Bonanni. Inoltre, grazie alle microspie installate nell’auto di Nunziato, è stato scoperto anche che lui e Colasante, in almeno un’occasione avevano ‘pattugliato’ le strade di Francavilla al Mare alla ricerca di persone di colore alle quali sparare con una pistola soft-air in modo indiscriminato per solo odio razziale. Monitorando poi l’attività sui social network, gli inquirenti hanno scoperto che su Facebook, Nunziato ha in uso un profilo con il nome di Viktor Al Zarqawi. L’indagine ha fatto luce anche su altri reati commessi da Colasante, arrestato anche per aver estorto denaro ai propri familiari e per aver indotto alla prostituzione una minorenne, evento sventato dall’ intervento tempestivo della polizia.